Vino, nuovi oneri per i consorzi di tutela
pRinnovato ruolo dei consorzi di tutela e nuova, pesante, offensiva sul fronte dell'etichettatura. Sono le due principali minacce al settore del vino europeo secondo l'International Wine Law Association, l'associazione internazionale dei giuristi del vino che si riunisce da oggi e fino a lunedì, a Siena. Due temi che nonostante non trovino grande risalto in Italia, dove il dibattito è spesso as- sorbito in maniera quasi esclusiva dalle problematiche relative alla tutela delle denominazioni d'origine, in realtà sono molto sentiti soprattutto all'estero.
Né è convinto l’avvocato Bernard O’ Connor dello studio legale Nctm , consulente delle Istituzioni europee e tra i principali esperti di commercio internazionale del vino e di normativa vitivinicola. «Uno dei temi che sarà al centro del nostro appuntamen- to di Siena – spiega O’Connor – sarà il regolamento Ue 1151/2012 che all'articolo 49 detta i nuovi compiti dei consorzi di tutela dei vini. Funzioni che segnano una vera e propria svolta sia sul piano della promozione internazionale dei vini che sulla programmazione della produzione. Il punto chiave da chiarire è se a fronte di queste nuove competenze discendano o meno nuovi obblighi per gli organismi di tutela. Io resto convinto che proprio da queste regole possano nascere nuovi contenziosi con i consorzi che potranno essere chiamati in causa tanto da altri produttori quanto da consumatori sul rispetto dei disciplinari di produzione o riguardo a una carente informazione in etichetta. Si tratta di una prospettiva del tutto nuova». L’altro elemento critico che viene sottolineato dagli esperti dell'International Wine Law Association riguarda l'etichettatura.
«Dall'Australia al Sudamerica – aggiunge O ‘Connor – da alcune contee degli Stati Uniti fino alla Svezia in Europa, si stanno registrando crescenti pressioni a introdurre per il vino e per gli alcolici, l'indicazione in etichetta “nuoce gravemente alla salute”, sulla scorta di quanto avviene per le sigarette. Credo sia un'azione che debba essere fronteggiata energicamente dai produttori italiani ed europei mentre invece finora non viene neanche percepita come una minaccia».