Il Sole 24 Ore

Casse, confronto sulla vigilanza

Al convegno Adepp di Capri anche il tema degli investimen­ti - Tajani: rappresent­anza fissa nella Ue Tavolo con il Governo per cambiare i controlli - Oliveti: necessaria la rapidità

- Federica Micardi

Il 2017 per le casse di previdenza dei profession­isti potrebbe essere un anno di svolta su vari fronti. Accanto al Jobs act degli autonomi, che ora è in discussion­e al Senato e forse entro gennaio sarà legge, i tempi sono maturi per avviare un confronto coi ministeri e ridiscuter­e il loro sistema di vigilanza. L'apertura è arrivata ieri da Bruno Busacca, responsabi­le della segreteria tecnica del ministero del Lavoro, presente a Capri all'incontro or- ganizzato da Adepp, l'associazio­ne delle casse, con la collaboraz­ione di Mangusta Risk, dal titolo «Wise - welfare, investimen­ti, sviluppo, Europa». «Oggi c'è un livello di vigilanza troppo burocratic­o - dice Busacca - ma la soluzione non è niente vigilanza o auto vigilanza, anche perché le Casse ricevono contributi obbligator­i e in passato alcune hanno avuto comportame­nti disinvolti». Busacca invita le Casse a un tavolo coi ministeri vigilanti per studiare un sistema di controllo diverso da quello attuale, «molto esteso orizzontal­mente ma poco approfondi­to e incapace di andare alla fonte. Anche la presenza di più ministeri con lo stesso compito si è tradotta in scarsa specializz­azione e poca incisività». Alberto Oliveti, presidente Adepp, accetta l'invito ma sottolinea: «Non siamo contrari alla vigilanza ma è necessaria la rapidità, non vogliamo sfuggire ai controlli ma poter cogliere le opportunit­à».

Un altro tema da affrontare è quello legato agli investimen­ti in infrastrut­ture ed economia reale. Le Casse lamentano scarsa coe- renza da parte della politica, che da una parte frena sugli investimen­ti che vuole sicuri e senza rischi e dall’altra invita gli enti a scommetter­e nel Paese le loro risorse. «Per gli investitor­i istituzion­ali - dice Busacca - si profilano anni difficili con rendimenti molto bassi o addirittur­a negativi; serviranno alte competenze per investire e riuscire ad avere rendite. Le Casse che oggi fanno sistema col progetto Wise aprono la strada a un sistema di alleanze che potrebbe essere replicato sulle strategie d’investimen­to».

L’Europa è un altro fronte aperto. Nella legge di Stabilità, dopo anni, le profession­i hanno ottenuto il diritto di accedere ai bandi che erogano i fondi europei. Per Antonio Tajani, vicepresid­ente del parlamento europeo, occorre che i profession­isti ne siano informati: «La maggior parte di loro non sa di avere queste possibilit­à, Ordini e Casse devono lavorare sul territorio perché i vertici delle rappresent­anze sanno che esistono queste risorse». Tajani aggiunge che «diamo all’Ue molti più soldi di quanti ne prendiamo e questo deve cambiare». Tajani ha appena presentato un’interrogaz­ione alla Commission­e Ue per chiedere quali iniziative intenda adottare per aiutare l’evoluzione delle profession­i europee, che insieme contano, tra profession­isti e loro dipendenti, 11 milioni di lavoratori. Ma non basta: «Occorre che i profession­isti italiani abbiano una rappresent­anza fissa in Europa, bisogna avere costanti contatti con la macchina burocratic­a europea, un lavoro possibile solo stando sul posto».

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