Mps, Morelli al lavoro sull’aumento
Passera pronto a presentare un piano - Serra (Algebris) apre a un possibile interesse
Banca Monte dei Paschi di Siena segna il suo nuovo minimo storico. Complice un mercato duro con il settore del credito, l’istituto più debole del paese ha chiuso la seduta di ieri in ribasso del 9,34% a 0,202 euro per una capitalizzazione complessiva di appena 592 milioni. Lo sguardo del mercato, evidentemente, è a quel che verrà ma rispetto al futuro i punti certi al momento sono pochi. D’altra parte, la staffetta al vertice ha alimentato l’incertezza sulla tempistica per il risanamento dell’istituto. Difficile che sul nuovo business plan venga alzato il velo il prossi- mo 26 settembre. Il nuovo amministratore delegato, Marco Morelli, sebbene sia già al lavoro sui dossier caldi, ossia piano industriale e dimensione dell’aumento di capitale, arriverà a Siena il 20 settembre. E cinque giorni appaiono evidentemente pochi per prendere le misure all’intero istituto. Il premier Matteo Renzi ieri da Bratislava si è detto in ogni caso ottimista: «Ci sono tutte le condizioni perché l’aumento si possa fare e si possa chiudere il più presto possibile» aggiungendo poi che ovunque vada nel mondo trova «voglia di investire in Italia».
pA llo stesso tempo, a chi chiedeva conto delle dimissioni dell’ex ad Fabrizio Viola e più recentemente quelle del numero uno Massimo Tononi, Renzi ha risposto: «Le motivazioni che hanno portato a cambiare il management credo che vadano chieste al board». «Le regole del gioco in una grande istituzione del credito non le deve fare un partito politico o la politica in senso di spartizione di poltrone. Credo che questo sia stato uno dei grandi mali della prima e anche della seconda Repubblica», ha aggiunto.
Detto ciò, il probabile slittamento della presentazione del piano industriale, evidentemente, spingerebbe più in là anche la data dell’assemblea che dovrà deliberare sul piano straordinario. In molti credono che la partita si giocherà attorno alla metà di novembre piuttosto che a fine ottobre. Per giunta va individuato anche il nuovo numero uno, considerato che, come noto, Tononi resterà in carica solo fino alla data dell’assise. I nomi che circolano, in queste ore, sono diversi. Si è parlato di Vittorio Grilli,(da maggio del 2014 presidente del Corporate & Investment Bank per l’area Europa, Medio Oriente e Africa di Jp Morgan) e di Fabrizio Saccomanni, ministro del Tesoro durante il governo Letta e prima direttore generale di Banca d’Italia e quindi assai vicino al presidente della Bce Mario Dra- ghi. Nelle ultime ore poi starebbe prendendo corpo anche la candidatura di Fabio Cerchiai, oggi vice presidente di UnipolSai. Tra gli altri anche Lorenzo Bini Smaghi e gli interni Roberto Isolani e Antonino Turicchi. L’individuazione del nuovo presidente, in ogni caso, appare meno “urgente” seppur chiave, di altre priorità. C’è da lavorare per stabilizzare la banca e in questo caso procedere con il maxi piano di cartolarizzazione dei non performing loans (oltre 9 miliardi di euro) è certamente un passaggio cruciale. Sul prestito ponte per il veicolo che custodirà gli npl «ci sono gli arranger al lavoro, che sono Mediobanca, JpMorgan e Citi», ha indicato ieri Paolo Petrignani, amministratore delegato di Quaestio Sgr. E sempre Jp Morgan e Mediobanca stanno mettendo a punto i tasselli del progetto di rafforzamento patrimoniale: individuare un investitore disposto a scommettere sul Monte, definire quindi la taglia dell’iniezione cash e di conseguenza stabilire l’eventuale quota di subordinati da convertire. Ieri, Davide Serra, numero uno del fondo Algebris, ha spiegato che si sta interessando al dossier non foss’altro perché ha «il mandato di guardare tutto». Detto ciò, Serra ha sostenuto che possa bastare un aumento di 3 miliardi di euro se accompagnato dalla conversione di «almeno due miliardi di subordinati, ovvero gli 800 milioni di tier 1 più almeno tutti gli istituzionali del tier 2».
Al lavoro sul dossier Mps, ci sarebbe ancora anche Corrado Passera che la prossima settimana potrebbe annunciare impegni concreti rispetto alla ripatrimonializzazione della banca. Insomma, attorno a Siena il fermento non manca. Si vedrà con quali risultati.
IL GOVERNO Il premier Matteo Renzi: «Credo ci siano le condizioni perchè l’aumento di capitale si faccia nel più breve tempo possibile»