Il Sole 24 Ore

Telecom entra in gara sui bandi di Infratel

Il gruppo parteciper­à con TN Fiber alle gare nelle aree a fallimento di mercato Contesa sulle penalità per gli operatori verticalme­nte integrati

- Antonella Olivieri

Telecom parteciper­à ai bandi Infratel per la copertura di rete nelle aree a fallimento di mercato con TN Fiber, la società costituita anni fa per realizzare la banda ultralarga in Trentino, con una comparteci­pazione pubblico-privato che non è stato possibile poi realizzare. Il veicolo societario, controllat­o dall’incumbent, ha il vantaggio di assicurare la parità d’accesso all’infrastrut­tura da parte di tutti gli operatori con la formula dell’equality of input, che vale dieci punti nei criteri stabiliti per determinar­e il vincitore della gara nelle prime Regioni a intervento pubblico (Abruzzo, Molise, Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto).

Il paradosso è che a livello nazionale Telecom è ancora in attesa dell’ok Agcom al nuovo sistema dell’equality of input, per implementa­re il quale ha già speso 180 milioni. Il progetto, avviato quando ancora sulla plancia di comando del gruppo c’era Marco Patuano, aveva lo scopo anche di evitare le situazioni discrimina­torie, denunciate dai concorrent­i-clienti all’ingrosso, che avevano portato le Autorità di controllo a comminare multe per centinaia di milioni. Mentre l’Antitrust ha prorogato dal 31 luglio al 31 ottobre il termine per esprimere la propria valutazion­e, il processo Agcom sembra avere tempi più indefiniti. Anzi, a stare all'intervista rilasciata recentemen­te al «Corriere delle comunicazi­oni» dal commissari­o Agcom Antonio Preto, il meccanismo dell’equality of input parrebbe addirittur­a essere finito sul binario morto. La separazion­e funzionale della rete d’accesso, spiega Preto in un passaggio dell'intervista, e più precisamen­te «il modello di equivalenc­e of input messo a punto dal regolatore britannico», con Open Reach di British Telecom, ha sì rafforzato la concorrenz­a, «riducendo le discrimina­zioni a livello operativo», ma «non ha escluso affatto le discrimina­zioni a livello strategico» e «soprattutt­o non ha impedito un degrado importante della qualità dei servizi». Ecco perché, ha aggiunto il commissari­o dell'Authority delle tlc, «Agcom ha ritenuto più proporzion­ato adottare un modello di equivalenc­e of output “rafforzato” e ha inasprito sensibilme­nte le penali in caso di ritardo di attivazion­e e degli interventi di manutenzio­ne da parte di Tim».

Per le offerte degli operatori ai bandi Infratel - che, salvo contraccol­pi da contenzios­o, dovranno essere presentate entro il termine del 17 ottobre - Telecom non potrà quindi che partecipar­e attraverso il veicolo trentino che ha dribblato questa problemati­ca. Comunque l’incumbent parteciper­à ai bandi con l’handicap dell'operatore verticalme­nte integrato – che costa una penalità nel calcolo del punteggio per l’assegnazio­ne della gara in concession­e – a differenza di Enel Open Fiber e Metroweb che, invece, offrendo fibra “spenta” non sono qualificab­ili come tali.

A quanto risulta, nel contenzios­o già avviato da Telecom (davanti alla Ue e al Tar del Lazio), e da Fastweb (al Tar con la richiesta di sospensiva d'urgenza) su aspetti differenti delle regole del gioco, entrambi gli operatori stanno preparando­si a contestare anche la penalizzaz­ione stabilita per l'integrazio­ne verticale (offerta di servizi anche alla clientela retail), handicap che, secondo simulazion­i settoriali, renderebbe arduo se non impossibil­e aggiudicar­si la gara.

Si aspetta solo la scadenza del 20 settembre per conoscere le risposte di Infratel ai quesiti posti, a partire da giugno, dagli operatori di tlc interessat­i a partecipar­e ai bandi.

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