Telecom entra in gara sui bandi di Infratel
Il gruppo parteciperà con TN Fiber alle gare nelle aree a fallimento di mercato Contesa sulle penalità per gli operatori verticalmente integrati
Telecom parteciperà ai bandi Infratel per la copertura di rete nelle aree a fallimento di mercato con TN Fiber, la società costituita anni fa per realizzare la banda ultralarga in Trentino, con una compartecipazione pubblico-privato che non è stato possibile poi realizzare. Il veicolo societario, controllato dall’incumbent, ha il vantaggio di assicurare la parità d’accesso all’infrastruttura da parte di tutti gli operatori con la formula dell’equality of input, che vale dieci punti nei criteri stabiliti per determinare il vincitore della gara nelle prime Regioni a intervento pubblico (Abruzzo, Molise, Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto).
Il paradosso è che a livello nazionale Telecom è ancora in attesa dell’ok Agcom al nuovo sistema dell’equality of input, per implementare il quale ha già speso 180 milioni. Il progetto, avviato quando ancora sulla plancia di comando del gruppo c’era Marco Patuano, aveva lo scopo anche di evitare le situazioni discriminatorie, denunciate dai concorrenti-clienti all’ingrosso, che avevano portato le Autorità di controllo a comminare multe per centinaia di milioni. Mentre l’Antitrust ha prorogato dal 31 luglio al 31 ottobre il termine per esprimere la propria valutazione, il processo Agcom sembra avere tempi più indefiniti. Anzi, a stare all'intervista rilasciata recentemente al «Corriere delle comunicazioni» dal commissario Agcom Antonio Preto, il meccanismo dell’equality of input parrebbe addirittura essere finito sul binario morto. La separazione funzionale della rete d’accesso, spiega Preto in un passaggio dell'intervista, e più precisamente «il modello di equivalence of input messo a punto dal regolatore britannico», con Open Reach di British Telecom, ha sì rafforzato la concorrenza, «riducendo le discriminazioni a livello operativo», ma «non ha escluso affatto le discriminazioni a livello strategico» e «soprattutto non ha impedito un degrado importante della qualità dei servizi». Ecco perché, ha aggiunto il commissario dell'Authority delle tlc, «Agcom ha ritenuto più proporzionato adottare un modello di equivalence of output “rafforzato” e ha inasprito sensibilmente le penali in caso di ritardo di attivazione e degli interventi di manutenzione da parte di Tim».
Per le offerte degli operatori ai bandi Infratel - che, salvo contraccolpi da contenzioso, dovranno essere presentate entro il termine del 17 ottobre - Telecom non potrà quindi che partecipare attraverso il veicolo trentino che ha dribblato questa problematica. Comunque l’incumbent parteciperà ai bandi con l’handicap dell'operatore verticalmente integrato – che costa una penalità nel calcolo del punteggio per l’assegnazione della gara in concessione – a differenza di Enel Open Fiber e Metroweb che, invece, offrendo fibra “spenta” non sono qualificabili come tali.
A quanto risulta, nel contenzioso già avviato da Telecom (davanti alla Ue e al Tar del Lazio), e da Fastweb (al Tar con la richiesta di sospensiva d'urgenza) su aspetti differenti delle regole del gioco, entrambi gli operatori stanno preparandosi a contestare anche la penalizzazione stabilita per l'integrazione verticale (offerta di servizi anche alla clientela retail), handicap che, secondo simulazioni settoriali, renderebbe arduo se non impossibile aggiudicarsi la gara.
Si aspetta solo la scadenza del 20 settembre per conoscere le risposte di Infratel ai quesiti posti, a partire da giugno, dagli operatori di tlc interessati a partecipare ai bandi.