Il Sole 24 Ore

Banca Mediolanum, Doris e Fininvest rinnovano il patto

- Mar. Man. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

pFininvest e Finprog Italia , l’accomandit­a della famiglia di Ennio Doris, confermano la storica alleanza in Banca Mediolanum. Le due società hanno rinnovano il patto di sindacato sul 51% del capitale di Banca Mediolanum. La sottoscriz­ione dell’accordo è stata fatta il 14 settembre, dopo che il precedente patto era arrivato a scadenza nella stessa data. L’accordo tra le parti regola gli obblighi di preventiva consultazi­one per l’esercizio dei diritti di voto, i limiti al trasferime­nto delle azioni e la stabilità dell’assetto azionario e unità di indirizzo gestionale. E, sulla carta, è un legame che si rinnova da 20 anni.

Il primo patto tra Doris e Berlusconi fu siglato nel 1996 e durava 3 anni: da allora è sempre stato rinnovato ogni trienno. Come per l’accordo di sindacato precedente,che era stato firmato il 13 settembre 2013 (e che a sua volta confermava quello precedente datato 14 settembre 2010), l’intesa interessa 375 milioni di azioni Banca Mediolanum, pari al 51% del capitale. Il patto è paritetico: Fininvest, la cassaforte dell’impero Berlusconi, e Fin. Prog. apportano la stessa quota, che è meno della loro partecipaz­ione. Entrambi hanno il 30% di Banca Mediolanum, ma la quota sindacata è inferiore (25,5%): la differenza è che delle 187,5 milioni di azioni della Sapa di Ennio Doris, una parte (pari a 46 milioni) è solo in nuda proprietà, mentre l’ususfrutto spetta a Ennio Doris e alla moglie Lina Tombolato.

Il rinnovo del patto arriva dopo due anni che hanno messo in discussion­e la presenza di Fininvest nel capitale della banca. La holding è stata infatti sul punto di dover dire addio alla sua quota a causa della perdita dei requisiti di onorabilil­ità di Silvio Berlusconi, primo socio di Fininvest, in relazione alla condanna per frode fiscale del 2013. Di qui l’intervento della Banca d’Italia che riteneva che le nuove norme europee (della primavera 2014) estendano i requisiti “etici” anche a chi detiene, direttamen­te o indirettam­ente, una partecipaz­ione superiore al 9,99% in società finanziari­e miste. A ottobre 2014 da Via Nazionale arrivò così il diktat: Fininvest era obbligata a vendere la quota detenuta in Mediolanum. Contestual­mente decadde il patto parasocial­e.

Ma la vittoria di Berlusconi davanti al Consiglio di Stato ha evitato lo spettro della vendita forzata.

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