Azioni a confronto
I risultati di bilancio sono in crescita per entrambi i gruppi tedeschi dello sportswear
Adidas e Puma, rotta sui settori core
Sempre maggiore l’integrazione fra canali di vendita on-line e off-line. Pioniere questa volta è il colosso dello sportswear Adidas, che consentirà a chi acquista i suoi articoli sull’e-commerce store Zalando di ricevere i prodotti ordinati in poche ore in quanto spediti direttamente dai magazzini dei negozi Adidas. Il test del progetto è partito a Berlino, anche perché i due gruppi partner sono entrambi tedeschi. Adidas ha così preceduto nell’innovazione sull’e-commerce lo storico rivale Puma (i due gruppi sono stati fondati nel secondo dopoguerra dai fratelli Adolf e Rudolf Dassler). Nel primo semestre 2016, comunque, i risultati di Adidas e Puma sono stati entrambi positivi. In particolare Adidas ha evidenziato ricavi in aumento del 15% a 9.191 milioni (+21% a cambi costanti), con un incremento delle vendite a parità di cambi nel secondo trimestre del 25% per il marchio Adidas e del 7% per il marchio Reebok. L’ebit è poi balzato del 56,5% a 905 milioni e l’utile netto del 74,7% a 641 milioni; la crescita è notevole anche non considerando che il primo semestre 2015 era stato interessato da impairment sull’avviamento per 18 milioni e perdite da attività cedute per 13 milioni. Molto positiva anche la performance di Puma, che nel primo semestre 2016 ha visto crescere il giro d’affari del 5,3% a 1.678,4 milioni (+10% a cambi costanti), trainato soprattutto dal buon andamento delle vendite di abbigliamento (Apparel), e in particolare dai prodotti per Running & Training. L’ebit è balzato del 20,1% a 53,2 milioni e l’utile netto del 27,6% a 27,4 milioni, nonostante un’incidenza fiscale passata dal 21,3% al 28,5%. Quali le prospettive per il futuro? Adidas, grazie alla buona semestrale, ha ulteriormente elevato la guidance per l’esercizio 2016 e indica ricavi in crescita di quasi il 20% (a cambi costanti) e un rapporto margine lordo/fatturato compreso fra il 48% e il 48,3% (livello quest’ultimo raggiunto nel 2015). L’ebit margin potrebbe raggiungere il 7,5% (6,3% nel 2015) e l’utile netto dovrebbe essere compreso fra 975 milioni e 1 miliardo (634 milioni nell’esercizio precedente). Puma invece nel 2016 prevede un aumento del giro d’affari vicino al 10% (a cambi costanti), un rapporto margine lordo/fatturato stabile al 45,5% e un ebit compreso fra 115 e 125 milioni (96,3 milioni nel 2015). Per entrambi i gruppi il focus rimane sullo sviluppo di nuovi prodotti dei marchi “core” e sui settori Footwear e Apparel ( calzature e abbigliamento). Adidas, che a partire dal prossimo ottobre sarà guidata dal nuovo Ceo Kasper Rorsted (proveniente dal gruppo Henkel), ha inoltre avviato un programma di dismissioni dei marchi e attività meno rilevanti.