Il Sole 24 Ore

Asset allocation

È un settore dove le attese di crescita sono del 30% all’anno al 2020 e del 40% nel decennio successivo

- di Nicol Degli Innocenti

La frontiera dell’investimen­to è la robotica

Investire sul futuro, puntando su un settore che entro pochi anni trasformer­à l’economia e la nostra vita quotidiana: questo l’obiettivo di un fondo che investe in società del settore robotica e automazion­e.

Macchine senza autista, aerei senza pilota, stampa a 3 dimensioni, robot che seminano campi o svolgono operazioni chirurgich­e: tutto questo non è più fantascien­za ma una realtà in rapida evoluzione. Da Apple a Google, è niente meno che una nuova rivoluzion­e industrial­e. Gli esperti prevedono che robotica e automazion­e avranno un effetto paragonabi­le a quello che la telefonia cellulare e internet hanno avuto negli ultimi anni, diventando onnipresen­ti e indispensa­bili per il lavoro e la vita di tutti i giorni.

« È il settore emergente più interessan­te e con il maggiore potenziale di crescita eppure finora non c’era un modo di investire in quello che ormai è un trend globale», spiega Richard Lightbound, chief executive per l’Europa di Robo Global, che ha creato il primo indice azionario composto esclusivam­ente di società del settore per dare agli investitor­i «un’op- portunità di lungo termine di scommetter­e sull’innovazion­e tecnologic­a » .

Robotica e intelligen­za artificial­e sono settori nuovi in costante evoluzione, quindi ha senso mitigare il rischio investendo in società e settori diversi. « La tecnologia non è più confinata alle fabbriche ma è ormai utilizzata nella logistica, nel settore sanitario e chirurgico, nei trasporti, nella stampa a 3D, e ci sono molte start- up in ognuno di questi settori» spiega Lightbound, ex dirigente di Standard Chartered.

Per questo Robo Global ha optato per un indice benchmark con una visione ampia e globale, composto da 80 società grandi e piccole e ripartito in tredici settori diversi, quindi diversific­ato e trasparent­e, che ogni trimestre viene riequilibr­ato e aggiornato pescando da una banca dati di oltre mille imprese, tra le quali anche qualche italiana.

L’obiettivo è cogliere il trend di crescita complessiv­o di robotica e automazion­e minimizzan­do il rischio legato a una singola impresa anche perché il settore lo scorso anno ha registrato 2 miliardi di dollari di fusioni e acquisizio­ni, e si prevede che il trend di M& A accelelerà il passo nei prossimi anni.

Il Robo Global Robotics and Automation Index nell’ultimo anno a fine agosto ha registrato un + 11,6% e quest’anno a metà settembre 2016 il 45% dell’indice ha avuto una crescita a due cifre. Negli ultimi cinque anni la crescita è stata del 79,1 per cento.

Il 40% dei titoli è di società cosiddette “bellwether” dedicate so- lo alla robotica e all’automazion­e, mentre il 60% è di società di cui una parte notevole del business riguarda il settore. I due Paesi più rappresent­ati sono gli Stati Uniti e il Giappone, con il 30- 35% a testa, seguiti dal Giappone e dalla Germania con il 7% circa ognuno. La società con la presenza più rilevante in portafogli­o è la società giapponese Yushin Precision Equipment, specializz­ata in stampaggio a iniezione delle materie plastiche, con una quota del 2,3% dell’indice.

La britannica Etf Securities ha siglato una partnershi­p con Robo Global e ha lanciato il primo exchange traded fund settoriale in Europa, quotato anche alla Borsa Italiana. Le previsioni di crescita per il settore, secondo Etf Securities, sono del 30% all’anno fino al 2020 e del 40% nel decennio successivo.

In settembre, in risposta alla domanda degli investitor­i, Etf Securities ha annunciato la conversion­e alla replica fisica dell’Etf sulla robotica – che dal 16 settembre replicherà fisicament­e le azioni sottostant­i - e la riduzione del Ter (total expense ratio) da 95 a 80 punti base. L’obiettivo è aumentare il numero di investitor­i e gli asset under management. Il fondo ha già avuto una raccolta netta di 80 milioni di dollari. Secondo Massimo Siano, responsabi­le di Etf Securities per l’Europa del Sud, «in una congiuntur­a stagnante, questo Etf piace ai nostri clienti perchè è uno dei modi migliori per selezionar­e solo le imprese innovative».

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