La posta del risparmiatore
Banco Posta invia la lettera di chiarimento attesa dal 2014
Dall’anno 2012 ho aperto un conto corrente cointestato Bancoposta ad Arezzo a nome mio e di mia madre. Nel 2013 mia mamma ha chiuso un conto corrente presso Mps, maturando 1694,93 euro di minusvalenze che sono stare trasferite al nuovo conto di Bancoposta e sono state registrate come segue: anno 2010 (99,37 euro); anno 2011 (24,94 euro); anno 2012 (1.555,85 euro). Il 19 febbraio 2014 effettuavo sul c/c BancoPosta operazione di vendita BTp con conseguente plusvalenza di 7.051,210 euro su cui era necessario pagare una tassazione di 881 ,40 euro (pari al 12,5% della plusvalenza). Poiché il conto corrente è contestato, era possibile utilizzare le minusvalenze trasferite in precedenza solo per il 50% dovendo pertanto pagare 440,70 euro di tassazione. Invece, come da comunicazione di BancoPosta del marzo 2014, la tassazione addebitata risulta la seguente: a nome mio sono stati correttamente addebitati 440,70 euro; a nome di mia mamma sono stati addebitati 104,668 € e non zero, date le sue ampie minusvalenze trasferite. Il 14 marzo 2014 invio una lettera di reclamo online per Servizi BancoPosta in cui richiedo informazioni sull’utilizzo delle minusvalenza ma, nonostante mie molteplici sollecitazioni al servizio telefonico, mi veniva sempre risposto che la richiesta era in elaborazione e non ricevevo risposta. Il 28 giugno 2014 mi recavo all’ufficio postale e da lì inoltravo una nuova lettera di reclamo. Nel settembre 2014 ricevo risposta dal Servizio BancoPosta in cui si garantisce la correttezza della gestione delle minusvalenze ma non mi si risponde nello specifico sull’operazione effettuata e non mi si specifica a quanto ammontino le minusvalenze residue. Nel frattempo il 13 agosto 2014 effettuavo in c/c la vendita di altri BTp con plusvalenza di 449,770 euro ed anche qui la tassazione non mi risulta correttamente addebitata. Per non perdere l’abitudine dunque il 17 ottobre andavo sempre all’Ufficio postale a inviare un nuovo reclamo mentre, in via informale, mi viene detto che le minusvalenze utili sono finite. Il 25 febbraio 2015 ricevo un’altra comunicazione da Banco Posta nella quale si ribadisce la correttezza dell’operato, ma mi si scrive che “le minusvalenze certificate sono state caricate con importi minori a quanto certificato, poiché la certificazione delle stesse è stata prodotta in data antecedente all’1° gennaio 2012». Poiché le minusvalenze sono state certificate da Banca Mps il 18 giugno 2013 (come è scritto nella stessa comunicazione di Banco Posta) non capisco il senso della frase. Nella missiva si dice inoltre che il D.L. 66/2014 ha cambiato la tassazione delle rendite finanziarie anche se per i titoli di Stato questo non è avvenuto. Rilevo pertanto ripetute violazioni dei servizi della società BancoPosta (che a, quanto mi risulta, dovrebbe rispondere entro 30 giorni ai reclami) ed una scarsa trasparenza nella gestione di tutta la vicenda. Ad oggi pertanto nessuno è stato in grado di spiegarmi perché a mia madre siano stati addebitate tasse sui guadagni secondo me non dovute. Forse sono io che sbaglio i miei calcoli ma in questo caso credo che sia dovere di Banco Posta spiegarmi il perché. Ho riferito alcune di queste circostanze alla Consob e alla Banca d’Italia.
Fabio Giannini
(via e-mail)
RISPONDE POSTE ITALIANE
Rispondiamo al signor Giannini che segnala delle imposte errate sul conto BancoPosta a seguito di trasferimento e applicazione di minusvalenze e plusvalenze. Dopo attente verifiche confermiamo l’esattezza delle imposte applicate precisando che esiste una sostanziale differenza tra minusvalenze ed i relativi crediti di imposta. Al cliente è stata inviata una lettera dalla nostra Divisione BancoPosta con tutte le informazioni ed i dettagli tecnici. Rimaniamo comunque a disposizione per ogni eventuale chiarimento.