Investimenti consapevoli
Quiz, App e scuola: le proposte per rompere i tabù degli investimenti
Pillole di risparmio con un nuovo Manzi
Difficile coniugare divertimento e svago nel settore della finanza. Difficile ma forse necessario perché potrebbe essere l’unico modo per aumentare il basso livello di alfabetizzazione finanziaria che impera tra gli italiani, inclini a dedicare parte del loro tempo a ciò che reputano piacevole più che a ciò che è necessario. Non a caso il giornale più letto in Italia è la Gazzetta dello Sport e tra le trasmissioni più seguite ci sono i quiz televisivi: nel primo caso si parla soprattutto di calcio, lo sport per eccellenza degli italiani. Nel secondo ci si mette alla prova, svagandosi.
ignoranza finanziaria? un lusso
Tutto assolutamente lecito e più che comprensibile, nessuno sostiene che gli italiani debbano essere esperti di finanza, ma dal momento che la maggior parte di loro, anziché a consulenti qualificati, si affida ancora ad amici e parenti nelle decisioni di investimento (dati Consob), forse un po’ di nozioni sarebbe opportuno averle. Ora, ci rendiamo perfettamente conto che i temi finanziari non abbiano un grande appeal, ma un minimo di attenzione a problematiche che possano determinare il futuro più o meno lontano e più o meno roseo, ci vorrebbe. Plus24 e il Sole24Ore da sempre cercano di avvicinare famiglie e piccoli investitori ai temi di risparmio; nonostante gli sforzi, la conoscenza degli italiani in materia di investimenti resta ancora molto scarsa, come rilevato dallo studio Consob. Ma se fino a qualche anno fa non documentarsi era un lusso che ci si poteva permettere, oggi non è più così: a differenza del passato, la priorità non è tanto rivalutare il capitale quanto conservarlo. A dimostrarlo ci sono i vari crack che hanno messo sul lastrico migliaia di risparmiatori (si veda pagina 7) dai quali in tanti non si sono ancora ripresi; senza dimenticare l’incertezza sulle pensioni delle giovani generazioni.
le proposte di plus24
Allora la domanda che sorge spontanea una volta preso atto della situazione è: quali potrebbero essere le strade alternative per diffondere oggi la cultura finanziaria in modo capillare? Una risposta possibile è l’utilizzo del servizio pubblico televisivo. Si potrebbero inserire nei quiz tv, domande specifiche su temi di risparmio e investimenti (il 50% degli italiani secondo l’indagine Consob non sa cosa sia l’inflazione), facendo un po’ quello che fece il maestro Manzi negli anni 60 nel processo di alfabetizzazione degli italiani. E ancora: creare dei giochi (sullo stile del Trivial Pursuit o di Monopoli) o anche delle App che uniscano l’aspetto ludico all’apprendimento, abbracciando così un bacino di utenza che comprenda i più piccoli. Infine, al netto delle iniziative e degli intenti sul tema portati avanti finora da Governo e istituzioni (si veda servizio a pagina 6), prevedere a livello strutturale una sorta di certificazione finanziaria a partire dalla scuola media fino al termine delle superiori. Certo, si potrebbe obiettare che a scuola ci sono già progetti speciali sul tema, incoraggiati sia a livello governativo, sia da altre istituzioni come la Banca d’Italia, o dagli stessi istituti di credito, ma per far sì che arrivino i risultati è necessario che in ciascuna scuola sia prevista una figura di riferimento per garantire tale certificazione. La Consob parla chiaro: anziché migliorare la propria conoscenza, gli italiani continuano a essere troppo distratti. Atteggiamento che potrebbero pagar caro in futuro.