«Più trasparenza sulla destinazione dei soldi»
«Per i green bond ci vuole una metodologia certificata, massima trasparenza sulla destinazione dei soldi raccolti ed esclusione di alcuni emittenti che operano in settori non sostenibili come per esempio il nucleare». A parlare è Alessandra Viscovi, consulente di finanza sostenibile, per un decennio al vertice di Etica Sgr, leader nel mercato italiano dei fondi etici secondo i dati Assogestioni.
Bisogna quindi mettere in allerta gli investitori sulle «obbligazioni verdi»?
Di certo su questo settore vi deve essere la massima trasparenza. Ancor più se tali obbligazioni vengono collocate al pubblico retail. E poi bisogna mettersi d’accordo su cosa vuol dire green bond. Quindi ben vengano le iniziative come quelle dell’Icma (vedi articolo sopra, ndr) o di altri enti sovranazionali che stabiliscono degli standard comuni.
Lo scopo è di capire cosa è green e cosa non lo è. Anche perché se emergono iniziative poco chiare, si rischia un danno reputazionale per l’intero
settore. Giusto?
Assolutamente sì ed è un’eventualità da evitare. Ecco perché, ripeto, vanno stabiliti standard comuni riconosciuti e certificati. Con un bollino verde per identificare i prodotti migliori. Inoltre, è da ricordare che la finanza sostenibile non si limita all’ambiente ma coinvolge anche il sociale e la governance delle aziende.
Sono i noti criteri Esg: ambiente, sociale e governance. In questo momento però, il cambiamento climatico è il tema più dibattuto e attuale. Vero?
Il climate change è ora sicuramente l’argomento più importante. Per anni si è discusso su come far diventare più popolare il tema della finanza sostenibile. Bene, penso proprio che i rischi del riscaldamento globale faranno da volano all’intero settore.
Come giudica l’iniziativa del National Dialogue per una finanza sostenibile, supportata dall’Onu, attraverso la struttura Unep e dal nostro ministero dell’Ambiente?
Le iniziative di questo tipo servono a stimolare la discussione sui temi della finanza sostenibile. Quindi ben vengano.
Da tale iniziativa, in Italia dovrebbe nascere il testo base per il Green Act italiano, una leggequadro sulla finanza verde. Che ne pensa?
Mi sembra un’ottima idea, fermo restando che, come già segnalavo, la sostenibilità si coniuga pure con i temi della governance e del sociale. Argomenti quest’ultimi che non sono certo subalterni all’ambiente.