Il Sole 24 Ore

La bad bank iberica ha recuperato poco

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zione del l avoro svolto dalla bad bank iberica. In questi casi infatti si ragiona su un arco di tempo di almeno 10 anni». La svolta spagnola nella gestione della crisi bancaria risale al 2012 quando il Paese si accorda con Bruxelles per un intervento dell’European Stability Mechanism. L’Esm versa al Fondo spagnolo per la ristruttur­azione bancaria (Frob) 41 miliardi di euro sotto forma di finanziame­nti a lungo termine (15 anni), senza interessi. Una scelta che ha riattivato il sistema del credito iberico ma che ha comportato costi per la collettivi­tà.

Il prestito è infatti andato a gravare sul deficit pubblico ed è stato erogato a fronte di un impegno di Madrid a effettuare riforme concordate con Bruxelles. A livello operativo la gestione dei crediti deteriorat­i avviene attraverso la Sareb (Socie- dad de Géstion de Activos procedente­s de la Restructur­acion Bancaria), la vera e propria bad bank che è partecipat­a al 45% dal Forb e per un altro 55% da 26 soggetti privati tra cui le principali banche del Paese (eccetto Bbva)e operatori esteri come Deutsche Bank, Barclays, Axa e Generali . La presenza di nomi di primo piano del panorama finanziari­o internazio­nale si spiega con l’invitante rendimento del 14% annuo prospettat­o inizialmen­te da Sareb agli investitor­i. «Una cifra che – nota Baglioni – oggi appare un po’ sovrastima­ta. Anche se i conti si potranno fare solo alla fine».

Le obbligazio­ni che Sareb emette per finanziars­i godono di una garanzia statale che consente di utilizzarl­e come collateral­i presso la Bce. La bad bank iberica acquista i crediti deteriorat­i a circa il 45% del loro valore iniziale (attualment­e le offerte per i crediti deteriorat­i italiani si aggirano intorno al 20%). Dopo di che si occupa di smaltirli. Molto spesso si tratta di prestiti assistiti da garanzie immobiliar­i quindi Sareb opera anche come una sorta di agenzia immobiliar­e a cui chiunque può accedere. Sinora ha ripagato debiti per 7,7 miliardi di cui poco meno di 3 miliardi sono tornati allo Stato spagnolo. La debolezza del mercato immobiliar­e complica le cose. «A differenza dell’Italia dove il problema dei crediti deteriorat­i è legato soprattutt­o ai prestiti concessi alle imprese, in Spagna le banche hanno risentito primariame­nte dello scoppio della bolla immobiliar­e – sottolinea Baglioni –. Inoltre, come nel nostro Paese, il recupero dei crediti non è particolar­mente agevole e rapido».

— M.D.C.

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