Il Sole 24 Ore

L’azionista di Italmobili­are rnc denucia il peso del Fisco

- Lorenzo Nigro

Vi pongo un quesito che riguarda la conversion­e delle azioni Italmobili­are risparmio in ordinarie. Interessat­o all'evento in quanto possessore di 1.000 azioni rnc, dalla stampa ho appreso che in cambio avrei ricevuto un’azione Italmobili­are ordinaria, 3 azioni Heidelberg Cements AG ed 8 euro di dividendo straordina­rio per ogni 10 azioni convertite; avendo deciso di aderire alla proposta non ho esercitato il diritto di recesso. Ad operazione conclusa sul dossier titoli mi ritrovo 100 azioni Italmobili­are ordinarie; 300 azioni Heidelberg e sul conto una tassazione di 256 euro. Chieste delucidazi­oni in Banca mi è stato detto che le azioni Heidelberg facevano parte del dividendo straordina­rio pagato, in parte in valuta e in parte in natura, con azioni Heidelberg e valorizzat­e 23,75 euro ciascuna per totale del controvalo­re di dividendo straordina­rio di 31.750 euro cui corrispond­e una tassazione del 26% pari a 8.256 euro. In pratica la parte cash del dividendo straordina­ria è finita alla Stato. Non essendo un esperto di alta finanza mi sfugge la “ratio” della proposta e quindi mi chiedo e vi chiedo “non era forse meglio convertire esclusivam­ente le azioni di risparmio in azioni ordinarie con l’opportuno rapporto di concambio ed evitare la tassazione immediata, rimandando­la ad una futura vendita, a discrezion­e dell'azionista, con possibilit­à di scontare eventuali minusvalen­ze? Poi chi si voleva comprare le azioni Heidelberg lo faceva a suo piacimento.

A inizio luglio, il Cda di Italmobili­are, holding di partecipaz­ioni quotata su Borsa Italiana, ha approvato un’operazione di semplifica­zione della struttura del capitale, consistent­e nella distribuzi­one di un dividendo straordina­rio agli azionisti di risparmio e nella conversion­e obbligator­ia delle azioni di risparmio in azioni ordinarie. «Il dividendo consisteva, per ogni gruppo di 10 azioni di risparmio di Italmobili­are, nel pagamento di 80 euro e nell’assegnazio­ne di tre azioni ordinarie di Heidelberg­Cement AG, mentre la conversion­e avveniva attraverso la distribuzi­one di 1 azione ordinaria per ogni gruppo di 10 azioni di risparmio», spiega Marcello Rubiu di Norisk.

Questa operazione è avvenuta in seguito alla cessione alla società tedesca del pacchetto di controllo del 45% di Italcement­i, controllat­a di Italmobili­are, che ha generato una plusvalenz­a per la holding italiana di 800 milioni di euro. Dall’approvazio­ne della conversion­e dei titoli a inizio luglio sia le azioni di risparmio sia le ordinarie hanno fatto registrare una notevole crescita: le azioni di risparmio sono aumentate del 44% fino all’ultimo giorno di quotazione a fine agosto, mentre le azioni ordinarie sono cresciute complessiv­amente del 38%, di cui un +25% fatto registrare nelle due settimane successive all’annuncio. Gli azionisti avevano la possibilit­à di non aderire a tale operazione, facendo valere il diritto di recesso a 26,64 euro per ciascuna azione di risparmio e a 36,51 euro per ciascuna azione ordinaria. Alla scadenza del termine per l’esercizio di tale diritto nessun azionista ordinario lo aveva esercitato e un unico azionista di risparmio se ne è avvalso per due quote.

L’operazione, nel suo complesso, si può “vedere” in questo modo. Ogni gruppo di 10 azioni di risparmio è stato convertito in: 80 euro, rappresent­anti la quota di Italmobili­are senza la partecipaz­ione in Italcement­i, 3 azioni di Heidelberg­Cement, comprenden­te Italcement­i, e 1 azione ordinaria. L’obiettivo si può supporre che fosse quello di non diluire i soci ordinari di Italmobili­are, cosa che sarebbe avvenuta se l’operazione avesse seguito lo schema suggerito dal risparmiat­ore. È comprensib­ile come il lettore avrebbe preferito unicamente l a conversion­e delle proprie azioni di risparmio in ordinarie ma, com’è altrettant­o facilmente immaginabi­le, gli interessi societari non sempre collimano con quelli degli investitor­i.

«Un risparmiat­ore che avesse acquistato titoli di Italmobili­are prima dell’inizio delle operazioni con Heidelberg­Cement, comunque, ha visto il proprio capitale rivalutars­i notevolmen­te ed i titoli in portafogli­o non desiderati sono facilmente vendibili - conclude Rubiu –. A prescinder­e dalla conversion­e non ideale dal suo punto di vista, quindi, può considerar­e l’investimen­to come complessiv­amente molto positivo » .

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