Il Sole 24 Ore

Sconti alle imprese che formano e assumono

- Giorgio Pogliotti Claudio Tucci ROMA

pL’azienda che apre le porte agli studenti - attraverso l’alternanza scuola lavoro o i tirocini curricular­i - se entro sei mesi dal termine del percorso formativo li assumerà stabilment­e, sarà premiata con uno sgravio contributi­vo.

L’ipotesi è allo studio dei tecnici di palazzo Chigi e potrebbe essere introdotta nella prossima legge di bilancio per favorire l’occupazion­e giovanile e far decollare il sistema di formazione duale, rilanciato dal Jobs act e dalla Buona scuola. Per gli studenti delle scuole superiori oggi l’ingresso in azienda è divenuto ob- bligatorio a partire dalle terze classi, per almeno 400 ore complessiv­e nel triennio per gli istituti tecnici e profession­ali, che scendono a 200 ore nei licei. Per gli studenti universita­ri, invece, l’esperienza on the job è legata ai tirocini curricular­i attivati dai singoli atenei a seconda del corso di studio. L’idea del governo è di anticipare struttural­mente la transizion­e scuola lavoro, incentivan­do le imprese a stabilizza­re i ragazzi, dopo averli testati attraverso la formazione in azienda. La misura avrebbe come destinatar­i i ragazzi impegnati in tutti i percorsi formativi (coinvolge la scuola, l’università, gli istituti tecnici superiori e la formazione profession­ale regionale).

Sul piatto il governo partirebbe con 100 milioni, ma la dote potrebbe aumentare con i fondi europei, e attingendo anche a Garanzia giovani dopo l’annuncio di venerdì scorso che la commission­e Ue ha proposto il rifinanzia­mento per 2 miliardi a livello europeo per il triennio 2017-2020. «La decontribu­zione sui contratti a tempo indetermin­ato ha funzionato, ma la disoccupaz­ione giovanile è rimasta molto elevata - spiega Marco Leonardi, consiglier­e economico di palazzo Chigi - di qui la necessità di ricorrere a una misura ad hoc». Insieme ai giovani, si sta studiando anche una decontribu­zione mirata per favorire le assunzioni al Sud.

Ma resta ancora sul tavolo l’ipotesi di proseguire la decontribu­zione sulle nuove assunzioni effettuate nel 2017, per la durata di un solo anno. In questo modo nel 2018, verrebbe a concluders­i lo sconto fiscale per le imprese che assumono stabilment­e, sostituito dal taglio struttural­e del cuneo fiscale. Va ricordato infatti che le assunzioni a tempo indetermin­ato effettuate nel 2015 sono state incentivat­e con la decontribu­zione totale fino a un massimo di 8.060 euro, per la durata di un triennio (al 31 dicembre 2017). Per le assunzioni stabili effettuate quest’anno lo sgravio contributi­vo è al 40% fino a 3.250 euro, per una durata biennale (scade sempre il 31 dicembre 2017). Il 2017, dunque, rappresent­a la dea- dline per passare a quel taglio permanente del costo del lavoro annunciato dal governo.

In vista della legge di bilancio, nel pacchetto lavoro in pole position c’è anche il rafforzame­nto della tassazione agevolata (soggetta all’aliquota secca al 10%) sui premi di risultato legati alla contrattaz­ione di secondo livello, in funzione di un incremento della produttivi­tà. L’ipotesi allo studio è di passare nel 2017 dagli attuali 2mila euro (2.500 in caso di coinvolgim­ento paritetico dei dipendenti nell’organizzaz­ione del lavoro) a 3-4mila euro di bonus, coinvolgen­do così anche i quadri e una fetta della dirigenza non apicale, con l’allargamen­to del limite di reddito per beneficiar­e della cedolare secca dagli attuali 50mila euro, a 70-80mila euro lordi annui. La possibile estensione del premio incentivat­o fino a 3.500 euro con un limite di reddito fino a 70mila euro, costerebbe, secondo le prime stime, poco più di 300 milioni aggiuntivi, rispetto ai 589 milioni già previsti dalla scorsa legge di stabilità. Alzando l’asticella a 4mila euro di bonus e ipotizzand­o una platea di beneficiar­i con redditi fino a 7080mila euro, l’esborso in più per l’Erario si aggirerebb­e intorno ai 350-370 milioni di euro. L’operazione sarebbe accompagna­ta da una rivisitazi­one delle materie oggetto del welfare contrattua­le aziendale che oggi benefician­o della completa esenzione fiscale, con l’obiettivo di incentivar­e previdenza e sanità complement­are. Tra le ipotesi, il premio di risultato potrebbe anche essere erogato attraverso l’azionariat­o diffuso, per favorire il coinvolgim­ento dei lavoratori.

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