Il Sole 24 Ore

Più che sulla Federal Reserve, occhi sulla Bank of Japan

- Morya Longo

L’attenzione è sempre stata puntata sulla Fed, la potente banca centrale americana. Ma questa settimana gli occhi dovrebbero invece guardare soprattutt­o a Oriente, verso la Bank of Japan: se in America è probabile che non accada nulla (difficilme­nte verranno alzati i tassi d’interesse), in Giappone qualcosa potrebbe infatti succedere. Se le banche centrali questa settimana dovessero rivelarsi i «market mover», è più probabile che la protagonis­ta sia quella giapponese.

Gli economisti si aspettano che la Bank of Japan possa rendere più flessibile il suo quantitati­ve easing: invece di acquistare titoli per 80mila miliardi di yen l’anno, potrebbe annunciare una forchetta compresa tra 70 e 90mila miliardi. La sostanza non cambierebb­e, ma la Banca centrale avrebbe più flessibili­tà per ridurre gli impatti distorsivi sul mercato. La Bank of Japan - secondo Barclays - potrebbe anche rendere più vago dal punto di vista temporale l’obiettivo di riportare l’inflazione al 2%.

Comunque vada, la maggiore incognita della settimana è ad Oriente. E dato che le decisioni giapponesi sono in grado di muovere i mercati europei (la correlazio­ne tra i rendimenti dei titoli tedeschi e nipponici nell’ultimo anno è stata elevata), è qui che il mercato dovrebbe puntare gli occhi.

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