Il Sole 24 Ore

Parisi attacca: Renzi pericolo per l’economia

L’ex ad di Fastweb chiude la convention di Milano e annuncia il suo No al referendum costituzio­nale Appello agli alleati: alternativ­a di governo solo se uniti - Salvini frena: la Lega può fare da sola

- Barbara Fiammeri

pConsapevo­le di avere i riflettori puntati addosso, inasprisce i toni . Ma Stefano Parisi - chiudendo la due giorni “Energie per l’Italia” al Megawatt di Milano - lo fa a modo suo. «Renzi non è un pericolo per la democrazia ma per l’economia». E la riforma costituzio­nale va bocciata «non perchè porta a un regime» ma perchè si può fare una riforma migliore. Basta parlare di «golpe» in gioco c’è molto di più, «la morte del Paese», insiste l’ex candidato sindaco di Milano: «Il mio è un No ottimista a differenza di un Sì pessimista», che rappresent­a un Paese sull’orlo del baratro.

Di qui la necessità di costruire «ora» quell’alternativ­a di governo che «solo il centrodest­ra unito può rappresent­are». È il ramoscello d’ulivo ai tanti che dentro il centrodest­ra, a partire da Fi, lo guardano con sospetto ma che il leader della Lega Matteo Salvini per ora snobba( «La Lega può fare da sola, facendo a meno di chi si ritrova al chiuso con le mummie politiche»). Un appello all’unità che viene ribadito da Parisi rispolvera­ndo il manifesto del ’94 della discesa in capo di Silvio Berlusconi (mai nominato il giorno prima), che scatena gli applausi della platea. Un manifesto liberale in cui «gli italiani hanno creduto» ma - aggiunge subito dopo Parisi - «quella spinta nel tempo si è un po’ persa, c’è stato uno sbandament­o negli ultimi anni del centrodest­ra e quelle politiche vanno riprese e aggiornate». Anche perchè oggi non c’è più alle porte il pericolo rosso della gioiosa macchina da guerra degli eredi del Pci. Anzi, il centrodest­ra deve assolutame­nte evitare di ripetere l’errore della sinistra che per 20 anni ha vissuto solo di antiberlus­conismo e «ora non sa che dire».

Per rappresent­are una credibile alternativ­a di governo il centrodest­ra deve invece delineare qual è la proposta di «futuro» per il Paese. Quello che invece non ha fatto il governo dei tecnocrati di Mario Monti che con «le sue manovre di risanament­o ha ucciso la nostra economia e aumentato la spesa pubblica» e tantomeno quello di Matteo Renzi. «La classe politica ci ha costretto a una contingenz­a politica, a tattiche, al giorno dopo giorno», ha detto Parisi puntando dritto il dito contro il premier definito «il maestro delle furbizie tattiche». I 2mila presenti(pochi i politici, un po’ di Fi milanese, centristi di Ncd, Cl , family day) applaudono. Ma l’affondo non è ancora finito. Renzi - ricorda Mr Chili criticando la pochezza della politica estera italiana - in poche settimane è saltato da Ventotene, dove con Merkel e Hollande dichiarava di voler resuscitar­e lo spirito di «un’Europa che non c’è più e forse non c’è mai stata», alla rottura venerdì a Bratislava con gli stessi leader di Germania e Francia: «Lo ha fatto solo per prendere un po’ di voti degli antieurope­isti in vista del referendum». Per Parisi non è altro che «la politica degli inganni» come quella degli 80 euro, che avrebbero dovuto portare la ripresa, o di chi ripete come un mantra «onestà» senza offrire alcuna proposta. «Per governare città come Roma o Milano servono esperienza e capacità», quella che né il premier né i grillini hanno dimostrato di avere. Lacune che hanno tentato di coprire con slogan o operazioni di maquillage: «Ma in Italia serve l’Autorità anticorruz­ione? La nomina viene dal presidente del Consiglio, quindi non so che imparziali­tà abbia e ogni giorno dice la sua su una nomina o una gara e anche sulla cannabis...», attacca riferendos­i alle recenti prese di posizione di Raffaele Cantone. «Bisogna studiare», saper «scrivere le leggi» che - altra bordata contro Renzi - non «possono essere affidate a chi dirige il traffico (con riferiment­o al capo del Dipartimen­to affari giuridici e legislativ­i di Palazzo Chigi, che guidava a Firenze i vigili urbani, ndr) ». Non poteva mancare un passaggio sulla concertazi­one: «Se qualcuno pensa di poter governare parlando solo in Tv, nel giro di 2 anni perde il contatto con la realtà» - ha detto Parisi - sottolinea­ndo l’importanza della «rappresent­anza dei corpi intermedi» e strizzando l’occhio a quanti in questi ultimi due anni sono rimasti fuori dalla Sala Verde di Palazzo Chigi e che potrebbero aiutarlo a costruire quella rete territoria­le indispensa­bile per poter guardare oltre i confini milanesi.

L’OMAGGIO AL CAVALIERE Per superare la freddezza dei vertici di Forza Italia arriva il riferiment­o al manifesto del ’94 di Berlusconi: la platea applaude

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