Il Sole 24 Ore

Fi resta fredda e aspetta le mosse di Berlusconi

- Di Barbara Fiammeri

Silvio Berlusconi non ha ascoltato il discorso di Stefano Parisi. Non in diretta almeno: il Cavaliere in quelle stesse ore stava rientrando in Sardegna per godersi gli ultimi giorni di fine estate. Non che questo lasci intendere un disinteres­se dell’ex premier per colui che meno di 2 mesi fa aveva incaricato di rimettere ordine dentro Fi e di rilanciare il centrodest­ra. È però la conferma che Berlusconi, dopo l’accelerazi­one iniziale, adesso preferisce rimanere coperto, verificare l’”effetto che fa” e soprattutt­o evitare nuove frizioni con i colonnelli forzisti alla vigilia della campagna elettorale sul referendum costituzio­nale: la partita delle partite, quella che in caso di vittoria del No rimettereb­be Fi al tavolo principale, a prescinder­e da Parisi e anche dai suoi avversari. Che restano soprattutt­o dentro Fi.

La strategia dei colonnelli azzurri però non è più quella dell’attacco frontale, della richiesta di “prove” di fedeltà alla causa del centrodest­ra (dal No al referendum, al valore dell’unità della coalizione, allo smarcament­o netto da Renzi), che Parisi peraltro ieri ha ampiamente fornito. Adesso si punta al lavoro ai fianchi, a fiaccare il novizio. E dunque bene, benissimo il suo intervento di chiusura che altro non è - rivendica Renato Brunetta - che «il dizionario politico di Fi». Insomma, per dirla con Maurizio Gasparri: «Dove è la novità? Più che una locomotiva mi è sembrato un vagoncino, comunque utile se serve a riportare a casa quell’elettorato che oggi sta con Alfano visto che alle ultime politiche il Pd si è aggiudicat­o il premio di maggioranz­a per uno 0,3%». Il messaggio è chiarisssi­mo: il centrodest­ra già c’è ed è quello - ricorda Giovanni Toti ospite a Pontida di Salvini Maroni e Zaia - che fa perno sull’alleanza con la Lega e FdI.

In realtà a decidere come sempre sarà Berlusconi. Il Cavaliere certamente ha apprezzato il “recupero” ieri di Parisi dello spirito del ’94 anche perché come spiega un azzurro che frequenta assiduamen­te Arcore - «senza quello spirito (ossia senza Berlusconi) Parisi sarebbe destinato a fare velocement­e la stessa fine di Passera». Quanto ai colonnelli e ai loro mal di pancia, Berlusconi li lascia fare o meglio dire. Nel frattempo attende che Parisi gli consegni come promesso la due diligence sul partito ai primi di ottobre e intanto prepara il ritorno sulla scena, che avverrà in occasione del prossimo ufficio di presidenza di Fi, forse già la prossima settimana. Non è ancora chiaro se la riunione si terrà a Roma, a Palazzo Grazioli, o ad Arcore dove potrebbero arrivare i 27 componenti dell’ufficio ristretto. Parisi del consesso ovviamente non farà parte. Ma questo al momento per lui non è certo un problema.

IL RITORNO IN CAMPO C’è attesa per la nuova apparizion­e dell’ex premier. Possibile già la prossima settimana la sua partecipaz­ione all’ufficio di presidenza

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