Fi resta fredda e aspetta le mosse di Berlusconi
Silvio Berlusconi non ha ascoltato il discorso di Stefano Parisi. Non in diretta almeno: il Cavaliere in quelle stesse ore stava rientrando in Sardegna per godersi gli ultimi giorni di fine estate. Non che questo lasci intendere un disinteresse dell’ex premier per colui che meno di 2 mesi fa aveva incaricato di rimettere ordine dentro Fi e di rilanciare il centrodestra. È però la conferma che Berlusconi, dopo l’accelerazione iniziale, adesso preferisce rimanere coperto, verificare l’”effetto che fa” e soprattutto evitare nuove frizioni con i colonnelli forzisti alla vigilia della campagna elettorale sul referendum costituzionale: la partita delle partite, quella che in caso di vittoria del No rimetterebbe Fi al tavolo principale, a prescindere da Parisi e anche dai suoi avversari. Che restano soprattutto dentro Fi.
La strategia dei colonnelli azzurri però non è più quella dell’attacco frontale, della richiesta di “prove” di fedeltà alla causa del centrodestra (dal No al referendum, al valore dell’unità della coalizione, allo smarcamento netto da Renzi), che Parisi peraltro ieri ha ampiamente fornito. Adesso si punta al lavoro ai fianchi, a fiaccare il novizio. E dunque bene, benissimo il suo intervento di chiusura che altro non è - rivendica Renato Brunetta - che «il dizionario politico di Fi». Insomma, per dirla con Maurizio Gasparri: «Dove è la novità? Più che una locomotiva mi è sembrato un vagoncino, comunque utile se serve a riportare a casa quell’elettorato che oggi sta con Alfano visto che alle ultime politiche il Pd si è aggiudicato il premio di maggioranza per uno 0,3%». Il messaggio è chiarisssimo: il centrodestra già c’è ed è quello - ricorda Giovanni Toti ospite a Pontida di Salvini Maroni e Zaia - che fa perno sull’alleanza con la Lega e FdI.
In realtà a decidere come sempre sarà Berlusconi. Il Cavaliere certamente ha apprezzato il “recupero” ieri di Parisi dello spirito del ’94 anche perché come spiega un azzurro che frequenta assiduamente Arcore - «senza quello spirito (ossia senza Berlusconi) Parisi sarebbe destinato a fare velocemente la stessa fine di Passera». Quanto ai colonnelli e ai loro mal di pancia, Berlusconi li lascia fare o meglio dire. Nel frattempo attende che Parisi gli consegni come promesso la due diligence sul partito ai primi di ottobre e intanto prepara il ritorno sulla scena, che avverrà in occasione del prossimo ufficio di presidenza di Fi, forse già la prossima settimana. Non è ancora chiaro se la riunione si terrà a Roma, a Palazzo Grazioli, o ad Arcore dove potrebbero arrivare i 27 componenti dell’ufficio ristretto. Parisi del consesso ovviamente non farà parte. Ma questo al momento per lui non è certo un problema.
IL RITORNO IN CAMPO C’è attesa per la nuova apparizione dell’ex premier. Possibile già la prossima settimana la sua partecipazione all’ufficio di presidenza