SNOW DEN MERITA LA SUA LIBERTÀ
Kenneth Roth, direttore esecutivo dello Human Rights Watch, e Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International, hanno pubblicato sul New York Times un editoriale per chiedere al presidente Barack Obama di liberare Edward Snowden dalle accuse di tradimento che lo costringono in esilio in Russia. La richiesta è motivata e coerente con lo spirito e la sostanza delle azioni di difesa dei diritti umani. Snowden ha reso disponibili ai giornalisti una quantità impressionante di documenti che dimostrano come la Nsa abbia portato avanti nel tempo un’attività di sorveglianza di massa via internet disumana, capillare e sproporzionata: quando il pubblico ne è stato informato, i tribunali hanno condannato il governo per il suo abuso delle norme previste dal Patriot Act e il Congresso ha approvato di conseguenza il nuovo Usa Freedom Act per limitare i programmi di sorveglianza incontrollati e aumentare la trasparenza. Inoltre, fanno notare Roth e Shetty, i giornali che hanno pubblicato i documenti svelati da Snowden hanno vinto il Pulitzer, l’Onu ha approvato risoluzioni per difendere la privacy e le aziende che producono tecnologie digitali hanno cominciato a occuparsi di proteggere questo fondamentale diritto umano. Il perdono per Snowden non è un favore a un fuorilegge: è il riconoscimento del suo contributo al rispetto dei diritti umani. Va considerato anche il fatto che Snowden non centellina le sue critiche alla Russia sulla libertà di informazione e rischia di perdere il suo spazio protetto. È giusto che le democrazie si occupino del suo futuro. La Ue può appoggiare Human Rights Watch e Amnesty International su questo tema. E l’Italia può dare una mano: va ricordato che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, come sindaco di Firenze, ha sostenuto con grande partecipazione ed efficacia l’avvio del programma d’aiuto a favore dei “dissidenti” e degli attivisti digitali internazionali realizzato della Fondazione Robert Kennedy nella città toscana. È una cosa giusta da fare.