Amatrice, i civic hacker e la scossa solidale
a Dal «Social network for emergency management» al «civic hacking»: la declinazione dei media civici in caso di disastri naturali è quella dell’intervento rapido e immediato. È successo anche per il terremoto che ha colpito Amatrice e il suo circondario. Si parte dal progetto italiano ed europeo «Emergenza24» (www.emergenza24.org), attivo dal 2012 su twitter, con una propria piattaforma, che partecipa al progetto «SocialProCiv» del dipartimento della Protezione civile nazionale. Fino all’ultimo nato: «Terremoto centro Italia» (terremotocentroitalia.info), un «servizio di monitoraggio e diffusione di informazioni verificate sul terremoto del 24 agosto 2016 in centro Italia».
«Quella mattina abbiamo compreso che potevamo fare qualcosa per aggregare e filtrare informazioni» racconta a Nòva Matteo Tempestini, nella vita sviluppatore, nel tempo libero civic hacker. Così, insieme a Matteo Fortini e via via a cyber attivisti, giornalisti, comunicatori, informatici da ogni parte d’Italia è nato «Terremoto centro Italia»: un sito web e una piattaforma di condivisione e sviluppo su Github, un gruppo Facebook, i canali su Telegram, Twitter e Instagram e un hashtag per la raccolta delle segnalazioni #terremotocentroitalia aperti ai cittadini. Oltre 200 volontari in chat, di cui almeno 60 attivi costantemente sui vari social e nelle sezioni di sviluppo del progetto. La gestione delle segnalazioni in collegamento sul campo con Action Aid e le associazioni e i volontari locali.
«L’idea non è quella di sostituirsi a ciò che già c’è, semmai andare a colmare quelle che, anche nei precedenti terremoti e alluvioni avevamo visto come lacune d’informazione, a cui oggi si può rispondere velocemente, aiutando popolazioni e le stesse istituzioni » , spiega il fondatore. Questo lo si può fare unen- Condivisione civica. La mappa online che raccoglie segnalazioni e verifica informazioni relative al terremoto che ha colpito il centro Italia
do il linguaggio e il metodo degli sviluppatori a quello dei social media specialist. «Il sistema con cui abbiamo costruito la piattaforma è Github, che ci permette di lavorare tutti contemporaneamente e tenere traccia di ogni cosa». La progettazione software mutuata quindi, all’attivismo civico, che ha nei social network e nelle reti sociali le sue antenne. «Il civic hacking non è roba da smanettoni, è cultura», sottolinea Tempestini.
Con quali risultati? Dalla costruzione dell’archivio digitale su archive.org alle mappe dei luoghi del sisma con la community di Open street maps, fino agli interventi concreti come testimonia la sezione «Storie» della piattaforma. «Una richiesta di beni di prima necessità partita dal magazzino di Cittareale, intercettata e diffusa anche tramite Facebook - racconta Giorgia Brugnotto - raccolta dal gruppo Whatsapp di volontari su Rieti e dal Centro Servizi del Volontariato, è arrivata a destinazione nell’arco di una giornata». Così l’offerta di robotica educativa arrivata dall’istituto G. Galilei di Mirandola (MO) colpito a sua volta dal terremoto nel 2012, veicolata grazie a «Terremoto centro Italia» ai docenti e agli studenti di Amatrice. Non solo. Il sistema di tracciabilità delle informazioni di «Terremoto centro Italia» sarà la base di partenza per il monitoraggio civico post terremoto sulla ricostruzione.