Il Sole 24 Ore

Domande & risposte

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Diversi analisti indicano la necessità per Buzzi Unicem di allargare la sua presenza a mercati emergenti. Quali, allora, le nuove aree cui Buzzi Unicem può essere interessat­a a guardare? La società, in primis, sottolinea che l’attuale sua articolazi­one internazio­nale è ben bilanciata. Seppure una maggiore esposizion­e ai mercati emergenti potrebbe anche considerar­si. In tal senso il gruppo, a livello d’ipotesi in quanto c’è nulla di concreto, indica che un’opportunit­à potrebbe essere quella di guardare al Continente africano. In quell’area sono molti gli Stati la cui economia cresce e che, quindi, potenzialm­ente vedono la domanda di cemento salire. Ovviamente si tratta spesso di Paesi in cui la gestione di un’attività economica è difficile. In tal senso, da una parte, l’operativit­à potrebbe focalizzar­si nell’assumere le vesti di sviluppato­ri tecnologic­i e di gestione di un impianto. Dall’altra, invece, la mossa potrebbe anche considerar­e l’eventuale M&A. In ogni caso la presenza di un partner locale è considerat­a essenziale. Al di là di queste valutazion­i altro essenziale requisito è la stabilità del mercato a livello socio-politico. Una condizione, quest’ultima, che fa ipotizzare l’eventuale focus sull’area subsaharia­na. r Quale le prospettiv­e dei Capex di Buzzi Unicem?

In generale deve sottolinea­rsi che i grandi investimen­ti sulla crescita della capacità produttiva, per adesso, sono arrivati ad un loro compimento. Ci sono stati i 315 milioni per l’impianto di Maryneal negli Usa (da spesarsi ancora parzialmen­te nel 2016). Poi c’è l’esborso dei 200 milioni per il raddoppio della capacità produttiva della cementeria di Apazapan in Messico. Questi costi però, da un lato, non sono iscritti a bilancio (in quanto il business messicano è contabiliz­zato con il metodo del patrimonio netto). E, dall’altro, devono imputarsi solo per la quota che Buzzi Unicem ha nella joint venture che, a sua volta, detiene il 66,6% di Corporaciò­n Moctezuma. Al di là di queste consideraz­ioni i Capex previsti sul 2016 sono circa 280 milioni. t Quale la dinamica del debito netto? Al 30 giugno scorso il rosso della Posizione finanziari­a netta, senza considerar­e la collegata messicana, si è attestato a 1,064 miliardi rispetto a 1,029 miliardi di fine 2015. Ciò detto quali le prospettiv­e per la fine dell’anno? Buzzi Unicem indica che l’indebitame­nto netto dovrebbe assestarsi al di sotto del miliardo. Il che, considerat­o la stima sull’Ebitda, implica un rapporto tra debito netto e Mol inferiore a 2 volte. Si tratta di un livello, conclude Buzzi Unicem, di assoluta tranquilli­tà.

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