Il Sole 24 Ore

«In realtà i tedeschi odiano Hitler»

Thom as Mann in esilio esorta Zweig a far sentire la sua voce cont ro i l re gime per aiutare i compatriot­i a liberarsi del Führer

- – Thomas Mann

Princeton N. J. 26 maggio 1939 Caro Signor Zweig, In mezzo al tumulto e all’incertezza, alle minacce di guerra e al pericolo di un nuovo accordo, una cosa è sempre più chiara: la decisione deve essere e sarà presa dalla Germania. Fin quando il popolo tedesco non si sarà liberato dalla sua “guida” non ci sarà mai, nel mondo, una pace duratura. Noi da tempo lo sappiamo, ed ora anche il mondo comincia a capirlo. Sappiamo anche che il popolo tedesco, in fondo, odia il regime. Esso teme la guerra più di quanto tema Hitler. L’avversione e la profonda, angosciosa diffidenza del popolo tedesco verso il regime nazista non è, all’origine, di natura politica. Ciò che disgusta i migliori fra i tedeschi è il baratro morale, l’abominevol­e degrado culturale e civile, in cui sentono di precipitar­e. È accertato che negli ultimi sei mesi molti tedeschi hanno lasciato il loro paese, non per ragioni razziali o perché fossero in sospetto di oppositori, ma sempliceme­nte perché il pogrom di novembre e la furia propagandi­stica contro la Cecoslovac­chia non erano più tollerabil­i. Essi riferiscon­o con quanta avidità i tedeschi si strappino di mano scritti e pubblicazi­oni che provengono da fuori, dalla libertà. Ciò non solo per la dolorosa sete di sapere la verità, ma anche per il desiderio di dignità e di riflession­i pacate, e per la nostalgia della voce dello spirito e delle buone maniere. [...] È indispensa­bile il collegamen­to fra i tedeschi in Germania e noi che siamo la cultura tedesca in esilio. [....] Le nostre voci avranno una eco in patria solo se ci faremo sentire con insistenza. [...] Caro Signor Zweig, mi lasci riassumere: oltre ai nostri doveri più immediati, accanto e oltre le necessità d’ogni giorno, abbiamo il dovere e il debito di esercitare il nostro influsso verso i tedeschi. Solo se e quando i tedeschi si libererann­o di Hitler si potrà evitare la guerra. [...] I tedeschi devono essere indotti a ragionare, e chi dovrebbe farlo, se noi continuiam­o a tacere?

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né amici né nemici | Thomas Mann (1875 – 1955, a sinistra) e Stefan Zweig (1881 – 1942)

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