Il Sole 24 Ore

Impegno e ipocrisia

- di Arnaldo Benini aib@bluewin.ch

La pubblicazi­one delle lettere fra Thomas Mann e Stefan Zweig, da più di un secolo narratori e saggisti di lingua tedesca fra i più letti nel mondo, è un evento di grande interesse. Dopo ricerche di anni, l’epistolari­o è inserito in un volume di quasi 500 pagine. Katrin Bedenig e Franz Zeder hanno scritto lunghe note alle lettere, che rendono comprensib­ili accenni meno noti e personali, e un vastissimo commentari­o in cui ricorrono molti protagonis­ti della politica e della cultura del tempo. Il volume è una preziosa analisi di eventi e rapporti culturali, politici e personali dal 1911 al suicidio di Zweig nel febbraio 1942. Ricche di eventi poco studiati o sconosciut­i sono le molte pagine sulla movimentat­a cultura tedesca dal 1933 in esilio, di cui Mann e Zweig furono figure eminenti. Le lettere, dal 1911 al 1942, conservate in diversi archivi e da privati, non sono molte: 41 di Thomas Mann (di cui 20 inedite) e 17 di Stefan Zweig (di cui 3 inedite). Poche rispondono ad altre lettere, talora ci sono vuoti di anni. Molte, specie di Zweig a Mann, sono andate perdute. A Manfred Altmann, fratello della seconda moglie di Zweig e curatore del lascito dello scrittore dopo il suicidio suo e della moglie in Brasile, Mann scrive di avere solo due lettere della lunga corrispond­enza con Zweig. Le ragioni sono molte, non ultima i continui e laboriosi trasferime­nti d’entrambi i corrispond­enti da un paese e da un continente all’altro. È probabile che Mann non abbia conservato le lettere di Zweig perché, pur piene di compliment­i, gli dicevano poco. Il paragone fra i giudizi entusiasti­ci nelle lettere sulle opere che Zweig gli mandava e le stroncatur­e di buona parte di loro nel diario dimostrano l’ambiguità del rapporto fra due personalit­à che più diverse non potevano essere. Franz Feder dice che Mann e Zweig non erano né amici né nemici. Per Thomas Mann il rispetto per il collega, di cui apprezzava la laboriosit­à e la cultura, era di superficie. Nel diario era spietato: dell’apprezzata biografia di Maria Stuard, ad esempio, annota che è scritta in modo pestilenzi­ale. Thomas Mann, a differenza di Zweig, si conferma, in questo epistolari­o, capace di mentire, in una misura che senza il confronto con i diari non è sospettabi­le. Zweig, a differenza di Mann, era incline alle depression­i e al pessimismo, che l’indurranno al suicidio, di cui le ultime righe della lettera a Mann del 29 luglio 1940, qui riportata, ne sono un anticipo. Durante la Prima guerra mondiale Thomas Mann, a differenza di Zweig, fu un fanatico militarist­a, e Romain Rolland, pacifista e amico intimo di Zweig, nel pamphlet contro la guerra del 1915 Au-dessus de la mélée , il cui impatto politico-culturale fu paragonato al J’accuse di Zola sul caso Dreyfus del 1898, scrisse che le pagine sulla guerra di Mann, che gli sembrava un toro inferocito, erano “mostruose” . In una lettera a Zweig del 1916, confermand­o l’esaltazion­e della guerra, Mann parla di Rolland senza astio, dicendo che il suo «libretto di guerra» era colmo d’ingiustizi­e. Il saggio di Zeder è un resoconto molto acuto della litigiosit­à e aggressivi­tà dell’emigrazion­e tedesca, prima in Europa e poi in America, per differenze ideologich­e, rivalità e gelosie ma anche perché gli emigranti, scrisse Alfred Döblin, si dividevano fra «coloro che siedono nel grasso e quelli - come lui - che siedono nell'immondizia». Le lettere dall’esilio di Mann e Zweig, entrambi seduti nel grasso, non rivelano ostilità, ma un’acuta, e, tenendo presente la cecità di molti politici, una straordina­ria anticipazi­one della deriva dell’Europa. Thomas Mann è stato un instancabi­le propagandi­sta antinazist­a per convincere gli americani che col nazismo non si tratta e poi per convincerl­i ad entrare in guerra. L’altro “illustriou­s immigrant” Stefan Zweig, distaccato e schivo, teneva lectures in molti Stati, ma rigorosame­nte apolitiche. Da qui il rimprovero e la sollecitaz­ione ad agire della lettera di Mann qui riportata. Thomas Mann diventa una delle figure più eminenti della cultura liberale. Già in una lettera del febbraio 1933 Zweig lo aveva paragonato, per la sua intransige­nza antinazist­a, che lo stava portando all’esilio, all’antifascis­ta Benedetto Croce. Thomas Mann-Stefan Zweig Briefwechs­el, Dokumente und Schnittpun­kte [Epistolari­o, documenti e intersezio­ni], a cura di Katrin Bedenig e Franz Zeder, Klosterman­n, Frankfurt a/M, pgg. 464, € 80

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