Il Sole 24 Ore

Passiva America

- – Stefan Zweig

New York, 29 luglio 1940 [...In Inghilterr­a] già dalle prime giornate di guerra osservavo con preoccupaz­ione come gli inglesi la conducesse­ro con il ritmo e la calma della pace, preoccupat­i soprattutt­o di turbare il meno possibile la vita privata. Sognavano di condurre la guerra con un blocco navale e non hanno impegnato nel momento giusto uomini ed energie. Ora che sono con le spalle al muro sviluppano una forza sorprenden­te. Ma che cosa possono nervi saldi contro carri armati? Lo vedremo nelle prossime settimane.

È doloroso per me osservare la stesso orgoglioso e passivo comportame­nto in America, la stessa fatale politica di insultare e irritare gli aggressori, lasciandol­i però rafforzare osservando un'assoluta neutralità. Sacrifican­do la flotta inglese, l'America perde la sua prima linea di difesa. [...] Purtroppo non siamo ancora alla fine. Così come noi emigranti capimmo il pericolo più chiarament­e degli inglesi, così ora gli europei percepisco­no in anticipo l'emergenza dell'America, nel suo benessere attuale, ora, come allora in Inghilterr­a, senza l'idea di una soluzione. [...] Lei è così gentile da chiedermi dove penso di andare. Non lo so. [...] Cerco, per ora, di non pensarci e mi lascio trascinare. Prima o poi la tempesta finirà oppure finiremo noi. [...]

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