Morire di lentezza
New york 17 luglio 1940 Stimato Professore, [...] Io qui faccio tutto quello che le mie poche forze mi consentono per salvare gli amici e la mia prima moglie. Ma anche nei paesi per bene le macine macinano con terribile lentezza e so per esperienza che la gente là [in Francia] aspetta di ora in ora, di minuto in minuto, spesso dubitando in segreto del nostro aiuto e del nostro impegno, che arrivi il telegramma da Washington con il visto, che finalmente li libererebbe da ogni pericolo. Anche lei ha un figlio e un fratello in quelle condizioni e così può ben sentire le nostre preoccupazioni.