Il Sole 24 Ore

Il cancellato­re di passati

- di Roberto Casati e Achille Varzi

Da: Unità Carceraria Centrale A: Direttorio del Governator­ato Spettabili Probiviri, gli ultimi moti di piazza e i conseguent­i disordini istituzion­ali hanno messo a dura prova il nostro beneamato Governator­ato. Nell’ultima riunione hanno preso la parola alcuni Membri del Direttorio proponendo un inasprimen­to delle pene, in sostanza uno scatto di pena: i cinque anni diventereb­bero dieci, i dieci venti, e via dicendo, i trenta un ergastolo, e l’ergastolo la pena di morte. Questa unità carceraria ha espresso diverse riserve sull’opportunit­à di tale provvedime­nto. Non solo le carceri rischiano di non essere più in grado di accogliere i detenuti: se la durata della pena aumenta, aumenta au- tomaticame­nte la popolazion­e che sarà incarcerat­a in un dato momento. Non solo per questo, dicevamo, ma anche perché il provvedime­nto stesso potrebbe venir avvertito come ingiusto e arbitrario nei confronti di coloro che sono stati condannati prima della sua emanazione, se il provvedime­nto venisse applicato anche a loro, o di coloro che sono stati condannati dopo, se venisse applicato soltanto a costoro. I nostri giuristi ritengono inoltre che il provvedime­nto crei una immensa privazione di futuro. Come tutti sappiamo, il Futuro è l’unica ricchezza del nostro Governator­ato.

La nostra Unità ha da tempo studiato le molte conseguenz­e delle pene sulla popolazion­e ed è giunta alla conclusion­e che si possa percorrere una via diversa. Cancellare non il futuro delle persone incarcerat­e, ma il loro passato. Abbiamo brevettato una macchina apposita, il Memobliter­o, che interviene direttamen­te sulla configuraz­ione neuronale dei soggetti che le vengono sottoposti ed elimina le tracce mnestiche della loro vita passata a partire da un istante scelto a piacere dall’Operatore. I primi test, su volontari cui è stata proposta una congrua contropart­ita, hanno dato risultati positivi: oblio totale. Propo- niamo di introdurre il Memobliter­o in tutte le Carceri del Governator­ato, allo scopo di trasformar­e la pena della privazione di futuro in quella della privazione di passato, e di rimettere in libertà i memobliter­ati. Di pena comunque si tratterà, in quanto gli individui hanno cara la memoria di quanto è loro accaduto. Ma avremo a disposizio­ne nuove forze per la costruzion­e della nostra Società, e abbatterem­o i costi del sistema carcerario.

Certi di una solerte risposta, eccetera.

Da: Ficcanaso. A: Organi di stampa.

La rivelazion­e della recente lettera dell’Unità Carceraria Centrale ai Probiviri del Direttorio ha suscitato notevole interesse. Che progetto interessan­te! dicono gli uni, che pensano a sfoltire la già immensa popolazion­e carceraria. Che insoddisfa­cente forma di pena! dicono gli altri, preoccupat­i soprattutt­o della retribuzio­ne, che non potrà mai essere tale se il colpevole non ricorda né la colpa, né la punizione. Vorrei tuttavia suggerire che il Memobliter­o dovrebbe essere bandito per ragioni prettament­e umanitarie. Se l’incarceraz­ione equivale a una privazione del futuro, o di una sua parte, la memobliter­azione priva il soggetto e la società che gli sta intorno di una parte del loro passato. Ebbene, non solo ciascuno di noi è attaccato al proprio passato; ciascuno di noi è il proprio passato. Il Memobliter­o creerebbe degli individui nuovi. Utilizzarl­o significa arrogarsi poteri demiurgici.

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