Il cancellatore di passati
Da: Unità Carceraria Centrale A: Direttorio del Governatorato Spettabili Probiviri, gli ultimi moti di piazza e i conseguenti disordini istituzionali hanno messo a dura prova il nostro beneamato Governatorato. Nell’ultima riunione hanno preso la parola alcuni Membri del Direttorio proponendo un inasprimento delle pene, in sostanza uno scatto di pena: i cinque anni diventerebbero dieci, i dieci venti, e via dicendo, i trenta un ergastolo, e l’ergastolo la pena di morte. Questa unità carceraria ha espresso diverse riserve sull’opportunità di tale provvedimento. Non solo le carceri rischiano di non essere più in grado di accogliere i detenuti: se la durata della pena aumenta, aumenta au- tomaticamente la popolazione che sarà incarcerata in un dato momento. Non solo per questo, dicevamo, ma anche perché il provvedimento stesso potrebbe venir avvertito come ingiusto e arbitrario nei confronti di coloro che sono stati condannati prima della sua emanazione, se il provvedimento venisse applicato anche a loro, o di coloro che sono stati condannati dopo, se venisse applicato soltanto a costoro. I nostri giuristi ritengono inoltre che il provvedimento crei una immensa privazione di futuro. Come tutti sappiamo, il Futuro è l’unica ricchezza del nostro Governatorato.
La nostra Unità ha da tempo studiato le molte conseguenze delle pene sulla popolazione ed è giunta alla conclusione che si possa percorrere una via diversa. Cancellare non il futuro delle persone incarcerate, ma il loro passato. Abbiamo brevettato una macchina apposita, il Memoblitero, che interviene direttamente sulla configurazione neuronale dei soggetti che le vengono sottoposti ed elimina le tracce mnestiche della loro vita passata a partire da un istante scelto a piacere dall’Operatore. I primi test, su volontari cui è stata proposta una congrua contropartita, hanno dato risultati positivi: oblio totale. Propo- niamo di introdurre il Memoblitero in tutte le Carceri del Governatorato, allo scopo di trasformare la pena della privazione di futuro in quella della privazione di passato, e di rimettere in libertà i memobliterati. Di pena comunque si tratterà, in quanto gli individui hanno cara la memoria di quanto è loro accaduto. Ma avremo a disposizione nuove forze per la costruzione della nostra Società, e abbatteremo i costi del sistema carcerario.
Certi di una solerte risposta, eccetera.
Da: Ficcanaso. A: Organi di stampa.
La rivelazione della recente lettera dell’Unità Carceraria Centrale ai Probiviri del Direttorio ha suscitato notevole interesse. Che progetto interessante! dicono gli uni, che pensano a sfoltire la già immensa popolazione carceraria. Che insoddisfacente forma di pena! dicono gli altri, preoccupati soprattutto della retribuzione, che non potrà mai essere tale se il colpevole non ricorda né la colpa, né la punizione. Vorrei tuttavia suggerire che il Memoblitero dovrebbe essere bandito per ragioni prettamente umanitarie. Se l’incarcerazione equivale a una privazione del futuro, o di una sua parte, la memobliterazione priva il soggetto e la società che gli sta intorno di una parte del loro passato. Ebbene, non solo ciascuno di noi è attaccato al proprio passato; ciascuno di noi è il proprio passato. Il Memoblitero creerebbe degli individui nuovi. Utilizzarlo significa arrogarsi poteri demiurgici.