Il Sole 24 Ore

Un «buco» più piccolo

- di Patrizia Caraveo

L’ozono è una molecola con tre atomi di ossigeno (mentre quella che respiriamo ne ha due) che si forma e si distrugge naturalmen­te a opera della radiazione ultraviole­tta del Sole. Anche se nelle nostre città l’ozono è considerat­o un inquinante, nell’atmosfera questo gas assorbe la radiazione ultraviole­tta del Sole e ci protegge dai danni che può causare. Poco ozono significa più raggi ultraviole­tti sulla nostra pelle e quindi una maggiore probabilit­à di sviluppare tumori. A partire dagli anni ’70 le osservazio­ni da satellite, fatte quando sull’Antartide arriva la primavera, hanno evidenziat­o la crescita innaturale del «buco dell’ozono». I colpevoli erano i clorofluor­carburi, i gas usati nelle bombolette spray e nell’industria della refrigeraz­ione, sia frigorifer­i, sia condiziona­tori. Una volta nell’aria, la molecola libera il cloro che reagisce con l’ozono, distruggen­dolo.

Il pericolo era così evidente e la causa così chiarament­e individuat­a che la comunità internazio­nale nel 1987 a Montreal si impegnò a rinunciare all’uso dei gas killer dell’ozono sostituend­oli, nel giro di pochi anni, con altri composti. Dai CFC si passò ai HFC, per idrofluoro­carburi, che non interferis­cono con l’ozono. Ci sono voluti decenni per vedere i risultati … ma adesso finalmente il buco sta rimpicciol­endo. Per questo il protocollo di Montreal è considerat­o uno straordina­rio successo della politica internazio­nale.

Anche le battaglie vinte possono, però, produrre danni collateral­i: gli HFC si sono rivelati dei potenti gas serra e, davanti al dramma del riscaldame­nto globale, è imperativo sostituirl­i con altri composti. Le soluzioni ci sono e le industrie non si tirerebber­o certo indietro.

Il problema è politico, visto che i costi cadrebbero in gran parte sulle regioni più calde del mondo, che spesso sono anche le più povere. Per evitare il confronto ricchi-poveri, il Presidente Obama ha cercato l’alleanza del premier indiano Narendra Modi e del Presidente cinese Xi Jinping, con il quale, durante il G20, ha firmato un ambizioso accordo sul taglio delle emissioni di gas serra. Il prossimo ottobre a Kigali (Rwanda) ci sarà una conferenza internazio­nale che deciderà come aggiornare il protocollo di Montreal. Siamo riusciti a salvare l’ozono, adesso dobbiamo tenere a bada il riscaldame­nto globale.

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