Il Sole 24 Ore

Maestro di drammi familiari

- – Camilla Tagliabue © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Viveva, come il Grande Gatsby, a Long Island, e lì si è spento venerdì nel sonno, nella sua casa a Montauk: Edward Albee aveva 88 anni e fino a quel momento era considerat­o il più grande drammaturg­o americano vivente dopo la morte di Arthur Miller nel 2005.

Albee divenne famoso al mondo nel 1962, grazie al successo di Who’s afraid of Virginia Woolf? ( Chi ha paura di Virginia Woolf?), poi trasposto al cinema nel ’ 66 da Mike Nichols e interpreta­to da Elizabeth Taylor e Richard Burton. Non fu, tuttavia, quell’opera, a suo tempo scandalosa, a regalargli il Premio Pulitzer, vinto ben tre volte per lavori successivi: A Delicate Balance ( 1967), Seascape ( 1975) e Three Tall Women ( 1994). Negli anni, Albee si è guadagnato numerosiss­imi blasoni, tra cui un Tony Award alla carriera, una Medaglia d’oro dall’American Academy and Institute of Arts and Letters e una Medaglia nazionale delle Arti.

Come i suoi illustri predecesso­ri Eugene O’Neill e Tennessee Williams, Albee fu maestro di psicologis­mo e cinismo, smascheran­do nelle sue pièce le anguste dinamiche coniugali e le claustrofo­biche relazioni famigliari. Ispirato dai più cerebrali colleghi europei, come Ionesco, Beckett ma anche Sartre, il drammaturg­o contribuì a i mportare negli States l a nuova moda dell’“assurdo”: non a caso, egli debuttò su un palcosceni­co berlinese nel 1959 con Zoo Story, estraneo com’era all’inizio a Broadway e off- Broadway.

Nato nel 1928 a Washington, ma subito adottato da una facoltosa e mondana coppia newyorkese, Edward si interessò precocemen­te al teatro, settore d’affari della famiglia adottiva ( il nonno Edward Franklin Albee II era un magnate del vaudeville e possedeva diversi teatri). Figlio ribelle e studente scapestrat­o, l’artista lasciò presto la casa paterna: a suo dire, scoprì di essere omosessual­e all’età di 12 anni e mezzo; tuttavia, precisò in un’altra intervista, « non sono uno scrittore gay. Sono uno scrittore a cui capita di essere gay » . Il compagno della sua vita fu lo scultore Jonathan Thomas, morto nel 2005 di cancro.

Grazie al successo e ai denari incassati con Chi ha paura di Virginia Woolf?, Albee creò una sua personale Fondazione per ospitare e foraggiare artisti e scrittori. In Italia, l’ultima rappresent­azione di quella fortunata commedia s’è vista la scorsa stagione a firma di Arturo Cirillo, mentre la prima messinscen­a, nel 1963, fu diretta da Franco Zeffirelli e interpreta­ta da Enrico Maria Salerno, Sarah Ferrati, Umberto Orsini e Manuela Andrei. Ennio Flaiano, sull’Europ eo, la recensì positivame­nte, pur non risparmian­do qualche velenosa stoccata all’autore: «Albee è certamente un mostro di bravura, ma un mostro ricapitola­tivo, che non scopre niente, conosce molto bene i suoi autori, l’umore del suo pubblico e il momento giusto... Ora, a mente calma, dobbiamo confessare di non aver paura di Virginia Woolf».

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addii| Edward Albee (1928-2016)

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