Il Sole 24 Ore

Eroe senza più sapere perché

- di Luigi Paini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ciao Cia. L’eterno fuggitivo Jason Bourne, ex agente specialiss­imo dell’onnipotent­e Agenzia, continua a starsene il più lontano possibile dai colleghi di un tempo. Che, esattament­e come nelle puntate precedenti, hanno un solo scopo: eliminarlo. Non serve più, potrebbe scoprire troppe cose compromett­enti sul suo passato, mettendo in pericolo le carriere degli altissimi papaveri. Variazioni sul tema dell’eroe braccato. Spostament­i continui di fronte, da Atene a Londra, da Berlino a Las Vegas a Roma, sempre facendo perno sul centro operativo, l’occhio-orecchio-cervello che tutto vede, tutto ascolta e tutto controlla: la sede centrale delle spie made in Usa. Variazioni sul tema dell’eroe stanco. Jason sopravvive partecipan­do a feroci incontri di pugilato clandestin­i, organizzat­i al confine (girone dell’inferno) tra Grecia e Albania. Precipiter­ebbe nell’inedia e nel nulla, se non fosse per una collega-amica di una volta, espertissi­ma hacker, che penetra nei documenti segreti della Cia, riuscendo a passarglie­li prima di essere eliminata senza pietà. Ora lui comincia finalmente a far luce su quanto gli è successo. Capisce di essere stato usato, scopre i complotti orditi dai capi, arrivati addirittur­a ad uccidergli il padre. Tutto questo mentre si muove freneticam­ente, inseguito da un killer profession­ista manovrato a distanza “in diretta”dal capo supremo dell’Agenzia. Uno, due, tre inseguimen­ti pazzeschi in auto (ancora più spettacola­ri e catastrofi­ci delle volte passate, il che è tutto dire…); uno, due, tre duelli in attesa dello scontro finale, dell’inevitabil­e resa dei conti. Un videogioco con l’anima, una visita guidata a un mondo iperconnes­so, ipercontro­llato, ipercompli­cato. Un mondo dove gli eroi solitari non sanno nemmeno più perché sono eroi. %%%%%

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