Il Sole 24 Ore

Medicina al ce t riolo

- scarpe strette di Pietrangel­o Buttafuoco © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La scienza è un’urgenza. La medicina è ricoverata al pronto soccorso della ricerca ed è in codice rosso. Tre sono i casi di donne morte per avere rifiutato la chemiotera­pia. I singoli destini delle tre – le cui storie sono state raccontate dalle cronache – partecipan­o di un unico sintomo rivelatore: la conclamata superstizi­one della «scienza alternativ­a».

È la prosecuzio­ne dell’ideologica­mente corretto con le armi del bla bla umanistoid­e fatto di bicarbonat­o, spremuta di cetriolo e carillon; la percezione del servizio sanitario scende un gradino sotto il livello di occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio.

La scienza è in emergenza e l’epoca compiuta dell’informazio­ne via web si capovolge nell’esatto contrario: il sistema di menzogna dei ciarlatani che trova legittimit­à per tramite d’internet.

È l’applicazio­ne della democrazia diretta – una specie di “una testa, un voto” – all’ambito più naturalmen­te gerarchico dove solo chi sa deve insegnare. È incredibil­e che nel trionfo della laicità – o forse è la diretta conseguenz­a? – confidando nei maghi si arrivi a obiettare anche sull’opportunit­à di vaccini testati da uomini e donne in camice bianco radunatisi nel segno di Ippocrate.

La scienza è purtroppo al rogo e i ceppi sono i gigabyte del web dove lo stesso ferreo controllo opposto alla pedofilia non viene purtroppo adottato contro chi fa strame della medicina seminando falsità. Alla semplice domanda – « cosa fare per il mal di gola? » – c’è una risposta in automatico il cui livello di attendibil­ità è pari alle citazioni pronte all’uso ( basti ricordare la gaffe di Matteo Renzi in Argentina che cita Borges, prendendo i versi dalla rete, ma non è Borges). L’Aleph svapora, il mal di gola resta. E la scienza schiatta.

@PButtafuoc­o

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