Il Sole 24 Ore

La prova del fuoco nella legge di bilancio

- Di Carmine Fotina

Una conferma e una discontinu­ità. In vista dell’imminente legge di bilancio, la presentazi­one del piano governativ­o per Industria 4.0 conferma che quella in arrivo dovrà essere, e probabilme­nte sarà, una manovra fortemente orientata alla crescita, contempora­neamente si annuncia un taglio netto con logiche di politica industrial­e che nel passato hanno procurato pochi benefici concreti e molta confusione strategica.

Partiamo dalla conferma. Nel confronto che già da alcuni mesi sotto traccia caratteriz­za le valutazion­i del governo, contrappon­endo i propugnato­ri della leva dei consumi vecchio stile o di bonus sociali variamente declinati ai sostenitor­i dei fattori diretti di competitiv­ità, sono questi ultimi a segnare un punto a favore vista la convinzion­e con la quale Renzi ha appoggiato ieri il piano illustrato dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Il «coraggio» e le «opportunit­à» cui ha fatto riferiment­o il premier sono quelli di chi accetta di investire, di uscire da uno schema di gioco che prevede di restare sempre nella propria metà campo e sceglie di confrontar­si con le imprese più innovative, connesse, digitalizz­ate, moderne delle principali economie concorrent­i. A loro si sono rivolti direttamen­te Renzi e Calenda perché mostrino fiducia nel piano, lo sfruttino, utilizzino i robusti incentivi fiscali per attivare investimen­ti. Una sorta di patto per la crescita, che si regge anche sulle risposte già fornite in questo senso dalle imprese, come dimostra l’impennata degli ordini di macchinari legata all’introduzio­ne del superammor­tamento nella legge di stabilità dello scorso anno.

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