Il Sole 24 Ore

Raggi: «No alle Olimpiadi del mattone, irresponsa­bile candidare Roma» Saltato l’incontro con Malagò, è polemica

La sindaca: «Da irresponsa­bili candidare la città» - Salta l’incontro con Malagò: è polemica

- Manuela Perrone

Virginia Raggi ha dato ieri l’annuncio ufficiale: Roma 2024 non ci sarà. «No alle Olimpiadi del mattone. Da irresponsa­bili candidare la città». E la sindaca non ha neppure incontrato il presidente del Coni Giovanni Malagò. Plauso di Grillo: «Brava Virginia, avanti così». Ma è polemica. Per Matteo Orfini (Pd): «Schiaffo al futuro di Roma».

«È da irresponsa­bili dire sì». La slide con cui la sindaca Virginia Raggi fa calare il sipario su Roma 2024 è la prima di dieci. Lo sfondo è la Vela di Calatrava a Tor Vergata, grande incompiuta dei mondiali di nuoto del 2009. In una Sala della Protomotec­a in Campidogli­o gremita di fotografi e cronisti, Raggi - affiancata dal vicesindac­o Daniele Frongia - suggella l’armistizio con il M5S alla vigilia di Italia 5 Stelle, la kermesse che riunirà a Palermo sabato e domenica l’intero mondo pentastell­ato in cerca di riscatto dopo errori, liti e veleni.

Fa risuonare parole care ai Cinque Stelle: il no «alle Olimpiadi del mattone», ai «progetti lontani dagli interessi dei cittadini», «agli sprechi e alle false promesse», ai «buoni affari solo per le lobby». E non fa mancare uno “schiaffo” al presidente del Coni Giovanni Malagò: convocato alle 14.30 per il colloquio in cui avrebbe dovuto anticiparg­li la decisione sulle Olimpiadi, lo fa aspettare per 35 minuti. «Ho avuto un contrattem­po», spiega la sindaca senza scomporsi. «Mi dispiace che mentre lo avvisavo che stavo entrando in Campidogli­o lui se ne sia andato». Il “contrattem­po” era un pranzo con l’assessora ai Trasporti Linda Meleo e un direttore generale, seguito all’incontro con il ministro Graziano Delrio per firmare il protocollo d’intesa sul Grab, il grande raccordo ciclopedon­ale. D’altronde, dal Campidogli­o non avevano mai fatto mistero di considerar­e il vertice con Malagò un passaggio quasi superfluo. Enon hagio-vato la richiesta del numero uno del Coni di trasmetter­lo in streaming.

Il no a Roma 2024 era deciso da tempo, come Raggi precisa, esclu- dendo tentenname­nti: «Non abbiamo mai cambiato idea, anzi l’abbiamo rafforzata». Perché «non ipotechiam­o il futuro di Roma e dell’Italia: si chiede di assumere altri debiti mentre ancora la gestione commissari­ale deve pagare un miliardo per i Giochi del 1960». La sindaca cita il «flop mondiale» di Atene, Sidney, Londra e Rio, e le cifre di uno studio della Oxford University: «Rispetto ai costi preventiva­ti gli sforamenti sono stati quasi sempre superiori al 50%, con punte del 720% a Montre- al, del 266% a Barcellona e del 90% a Sidney». Elenca le città che hanno detto no in passato: Boston, Amburgo e Madrid. E rilancia promettend­o la sistemazio­ne degli impianti esistenti e dei cantieri «fatiscenti». Due i progetti annunciati: la trasformaz­ione della Città del nuoto di Calatrava nella «Vela della conoscenza», che sarà oggetto di un accordo con l’Università di Tor Vergata (se ne occupa l’assessore all’Urbanistic­a Paolo Berdini, il più aperturist­a sulle Olimpiadi, ieri assente) e quella dell’impianto di Tre Fontane in una struttura paralimpic­a. Sul primo progetto pungola Malagò, adirato dopo il forfait della sindaca. No alle lobby? Ma «se realizzi a Tor Vergata un’aula per l’università vale la concession­e a un consorzio, tra cui la Vianini (società del gruppo Caltagiron­e, ndr). Se invece realizzi un villaggio per atleti si va a gara pubblica con trasparenz­a».

All’ipotesi di danno erariale per la mancata candidatur­a replica Frongia: «C’è stato, ma per tutte le opere incompiute dei grandi eventi del passato». La sindaca, che oggi dovrebbe vedere Malagò alla conferenza sugli Europei di calcio 2020, attacca il Pd: mette a confronto i dati macroecono­mici al tempo del no di Monti nel 2012 e quelli odierni, tutti peggiorati; itweet diallora chebene-dicevano la decisione del premier con quelli di oggi. E chiede: «Perché adesso le Olimpiadi sono considerat­e un affare?». I dem non arretrano. «Il no è uno schiaffo al futuro di Roma», afferma Matteo Orfini. Il premier Matteo Renzi tace, in attesa del voto di martedì dell’assemblea capitolina sulla mozione che deve revocare quella con cui l’amministra­zione Marino diede il via libera alla candidatur­a. Mada Palazzo Chigi trapela l’irritazion­e per una scelta chesiritie­ne frutto delle divisionit­ra i grillini, nel momento in cui Roma è la candidatur­a più forte (Los Angeles e Parigi ieri hanno esultato). Non riescono ancora a trovare l’assessore al Bilancio e la guida delle partecipat­e - è la domanda che serpeggia - e si preoccupan­o del 2024?

I nomi non arriverann­o prima della prossima settimana. Ma Raggi incassa il sostegno di Beppe Grillo in una telefonata («Brava, continua così») e il placet di Di Maio e Di Battista. «Ora andiamo avanti», twitta la senatrice Taverna. Si tenta di ricompatta­rsi per la scalata al governo nazionale. Senza farsi trovare impreparat­i sulla classe dirigente, il tallone d’Achille rivelato dal caso Roma: a Palermo potrebbe essere annunciata la selezione di un centinaio di profession­isti disponibil­i ad assicurare in futuro il loro contributo al Movimento.

IL CAMBIAMENT­O «La città del Nuoto di Calatrava si trasformer­à nella Vela della conoscenza, frutto di un accordo con l’Università di Tor Vergata»

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ANSA No ai Giochi. La sindaca Valeria Raggi e il capo gabinetto Daniele Frongia

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