Il Sole 24 Ore

Assegnazio­ni, si va verso la riapertura per il 2017

Allo studio la riproposiz­ione dell’agevolazio­ne per il 2017 nella prossima legge di Bilancio

- Mobili e Parente u

Si profila una riapertura dell’assegnazio­ne dei beni ai soci per il 2017. Sfumata l’ipotesi di una proroga della scadenza di fine mese, la riproposiz­ione della misura dovrebbe trovare posto nella prossima legge di Bilancio con la rivalutazi­one dei beni e quella di quote e terreni.

Sarà giocoforza la legge di Bilancio il veicolo con cui tramutare in realtà le speranze di profession­isti e imprese di una riproposiz­ione dell’ assegnazio­ne agevolata dei beni ai soci e delle trasformaz­ioni societarie. La difficoltà di trovare un provvedime­nto per allungare i termini rispetto alla scadenza del 30 settembre hanno caratteriz­zato queste ultime settimane, in cui le associazio­ni di categoria hanno a più riprese invocato una proroga data la complessit­à della materia e l’accavallar­si con gli altri adempiment­i di fine mese (su tutti la trasmissio­ne telematica del modello Unico). Di fatto, però di decreti legge finora non se ne sono visti, salvo sorprese nelle prossime ore in cui potrebbe arrivare un provvedime­nto d’urgenza per le aree colpite dal sisma nel Centro Italia nello scorso mese di agosto (si veda pagina 10).

L’ipotesi più probabile e a cui si sta lavorando, però, al momento è quella di riaprire le porte dell’assegnazio­ne ai soci a partire dal 1° gennaio 2017. Una chance che dovrebbe, pertanto, “maturare” nel giro delle prossime settimane in cui i tecnici dell’Esecutivo definirann­o il menù degli interventi da inserire in quella che una volta si chiamava Finanziari­a. Una riapertura sostenuta dalla consideraz­ione che sarebbe una delle misure “portatrici” di gettito. Sono tre le componenti, infatti, da cui potranno derivare risorse da questo fronte: imposta sostitutiv­a sulle assegnazio­ni (8% che diventa il 10,5% in caso di società di comodo), imposta di registro e imposta sostitutiv­a per l’estromissi­one di beni strumental­i dal patrimonio dell’impresa individual­e.

Chi ha deciso di procedere sulla strada dell’assegnazio­ne agevolata si è dovuto muovere per tempo, anche perché è un adempiment­o con passaggi bilancisti­ci e societari che non può essere relegato agli ultimi giorni prima della scadenza. Allo stesso tempo, va anche riconosciu­to - ed è stato più volte sottolinea­to su questo colonne - come siano emersi molti problemi di ordine pratico: dalla definizion­e dei beni ammessi o esclusi dal perimetro dell’agevolazio­ne all’esatta individuaz­ione della base imponibile, senza dimenticar­e tutte le questioni da vedere in prospettiv­a sul modello Unico 2017 (come l’utilizzo di plus e minusvalen­ze) che però guidano le valutazion­i sulla convenienz­a fiscale. Problemi che hanno spinto l’agenzia delle Entrate a intervenir­e con una seconda circolare pubblicata venerdì scorso dopo che la prima era stata diffusa il 1° giugno. Ecco perché la riapertura potrebbe fare molto comodo alle imprese che non sono riuscite a salire sul treno ora e, invece, con la consapevol­ezza di poter disporre di una seconda opportunit­à, potrebbero pianificar­e per tempo tutti i passaggi necessari nel corso del 2017, magari nell’ulteriore speranza che venga fatta chiarezza sulle zone d’ombra non eliminabil­i sempliceme­nte in via amministra­tiva con i documenti di prassi.

Ma non solo le assegnazio­ni agevolate potrebbero essere riproposte nella legge di Bilancio. Si sta facendo largo, infatti, l’ipotesi di riproporre anche la chance di rivalutare quote e terreni, per la quale da quest’anno si applica l’imposta sostitutiv­a ad aliquota unica dell’8 per cento. Si tratterebb­e addirittur­a della quattordic­esima volta tanto che da più parti è arrivata la richiesta di mettere a regime la misura. E dovrebbe essere consentita anche per il 2017 la possibilit­à di rivalutare i beni d’impresa. Il meccanismo in vigore quest’anno - ritenuto comunque non particolar­mente convenient­e - si è basato sull’applicazio­ne di un’imposta sostitutiv­a di Ires/Irpef e Irap (addizional­i incluse) del 16% per i beni ammortizza­bili e del 12% per i beni non ammortizza­bili. Con la chance aggiuntiva di affrancare il saldo attivo di rivalutazi­one pagando un’imposta unica del 10 per cento.

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