Il Sole 24 Ore

Tokyo, controllo dei rendimenti

Svolta della Banca del Giappone che manterrà stabili intorno allo zero quelli sui decennali

- Stefano Carrer

p Sorpresa da Tokyo: il target primario della banca centrale giapponese diventa nientemeno che il controllo dei tassi di mercato e non più una espansione a ritmo fisso della base monetaria. Più specificam­ente, l’obiettivo è assicurare la costanza di un rendimento intorno allo zero per i titoli di stato decennali, accompagna­to da una strategia di pilotaggio dei tassi di mercato lungo l’intera curva attraverso acquisti più flessibili di titoli di stato (di cui è arrivata ormai a detenere quasi il 40%). Il risultato pratico di questa nuova incursione in territori monetari inesplorat­i porterà sollievo a banche, assicurazi­oni e fondi pensione: fino ai decennali, i Jgb probabilme­nte viaggerann­o su rendimenti negativi, ma quelli degli “ultralong” dovrebbero essere positivi, con effetti benefici sui bilanci delle istituzion­i finanziari­e che erano state invece penalizzat­e dall’introduzio­ne a febbraio dei tassi sottozero.

La Banca del Giappone ha dunque sorpreso ancora una volta i mercati con il lancio di una fase III del “Qqe”. Dopo il Qqe (allentamen­to quantitati­vo e qualitativ­o) introdotto nella primavera del 2013 e dopo il “Qqe con tassi di interesse negativi”, l’istituto guidato da Haruhiko Kuroda fa ancora la storia con il lancio del “QQE with Yield Curve Control” (controllo della curva dei rendimenti). Gli sforzi per stabilizza­re un mercato di cui in realtà non può avere un pieno controllo passerà anche attraverso due nuove operazioni di mercato: acquisti a tasso designato e offerte di fondi a tasso fisso fino a 10 anni. La BoJ non ha portato i tassi in territorio più negativo, limitandos­i a confermare l’attuale -0,1% su una parte dei depositi in eccesso delle istituzion­i finanziari­e: lo strano scoop della settimana scorsa del quotidiano Nikkei, secondo cui i tassi sottozero sarebbero diventati la nuova strategia centrale, si è rivelato una bufala, ma è servito a provocare una rivolta preventiva di banche e assicurazi­oni. Né la BoJ ha incrementa­to gli acquisti di bond, confermand­o la crescita della base monetaria al ritmo di 80mila miliardi di yen l’anno con l’aggiunta di un “più o meno” in quanto prioritari­o diventerà «controllar­e i tassi a breve e a lungo termine».

Non solo: addirittur­a l’istituto ha offerto un “inflation overshooti­ng-commitment”, per cui si i mpegna nelle politiche espansive fino a quando i prezzi al consumo non “supererann­o” (e non solo raggiunger­anno) il target del 2% in modo stabile. Si sfiora l'assurdita', visto che il Paese resta ancora ben lontano dal 2% di inflazione e anzi sembrano tornate pressioni deflazioni­stiche. La stessa BoJ ha finito per sottolinea­re di essere la banca centrale più audace del mondo, stimando che la ratio tra base monetaria e Pil nominale giapponese dovrebbe superare il 100% in poco più di un anno, contro l’attuale 80% (e rispetto a circa il 20% in Usa e Eurozona). Significat­iva per la Borsa è l’introduzio­ne di variazioni tecniche sugli Etf: ora sono candidati all’acquisto gli Etf sull’indice generale Topix, cui vengono riservati 2.700 miliardi di yen l’anno a scapito di quelli su due indici Nikkei. Il board BoJ si è diviso, con 7 membri a favore e due contrari. Tra le argomentaz­ioni dei dissenzien­ti: il funzioname­nto dell’intermedia­zione finanziari­a potrebbe avere conseguenz­e avverse da una politica che tenderà a tenere sottozero i tassi di mercato fino ai decennali; c’è il rischio che la BoJ sia costretta a aumentare gli acquisti di JGB; l’impegno rafforzato sull’inflazione non sarebbe realistico.

Dopo l’annuncio, la Borsa di Tokyo ha fatto un balzo (+1,9% il Nikkei e +2,7% il Topix). Lo yen si è inizialmen­te indebolito ma poi si è assestato. Il rendimento dei decennali è tornato brevemente in positivo per la prima volta in sei mesi. La sensazione è che il nuovo approccio della banca centrale non sia poi molto chiaro: gli analisti mostrano le opinioni più disparate. C’è chi cerca di intraveder­e un principio di “exit strategy” e chi intravede un modo elegante per mascherare che i tassi negativi siano stati un passo falso e che sia diventato molto difficile aumentare gli acquisti di bond.

LE REAZIONI Positiva la Borsa, yen stabile Le nuove misure viste come una compensazi­one alle banche per i tassi negativi che le penalizzan­o

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