Il Sole 24 Ore

Il Governo scommette sulle «competenze»

- Eugenio Bruno

pUn’industria digitalizz­ata deve poter contare su un capitale umano adeguatame­nte formato. È uno dei tanti sottotesti del Piano Industria 4.0. Che la ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, sottolinea­ndone il carattere «integrato» ha spiegato così: «Si parte dalla scuola, con un coinvolgim­ento importante, si passa al sistema universita­rio con tutte le eccellenze che possediamo e poi c’è la ricerca, che è la base fondamenta­le per produrre innovazion­e». Con l’obiettivo dichiarato di formare, da qui al 2020, 200mila studenti universita­ri, 1.400 dottori di ricerca e 3mila manager altamente specializz­ati.

Per conseguirl­o il Governo punta ad attivare tutta la filiera dell’istruzione. Seguendo tre bisettrici: diffondere la cultura I4.0 attraverso il Piano nazionale scuola digitale (Pnsd) e alternanza scuola lavoro, sviluppare le competenze I4.0 attraverso percorsi universita­ri e Istituti tecnici superiori (Its) dedicati; finanziare la ricerca I4.0 potenziand­o i Cluster e i dottorati; creare Competence center e Digital innovation hub. E mescolando strumenti già in essere con misure da mettere ancora in cantiere.

A disposizio­ne ci dovrebbe- ro essere 700 milioni di risorse. Alcune delle quali già stanziate come i 335 milioni destinati, da un lato, al Pnsd (inteso come atelier creativi, laboratori territoria­li o curricoli digitali) e, dall’altro, all’alternanza. Oppure i 150 milioni (su 170 complessiv­i) per il potenziame­nto dei cluster “Fabbrica intelligen­te” e “Agrifood” e l’attivazion­e di 1.400 dottorati di ricerca ad hoc (sui 5mila totali previsti dal Pnr). Ancora da stanziare invece sia i 70 milioni volti a creare corsi universita­ri e master ad hoc oppure ampliare l’offerta formativa degli Its, sia i 100 milioni dedicati alla creazione dei Competence center annunciati dal premier Matteo Renzi. Ma i fondi complessiv­i saranno ancora più alti grazie ai 200 milioni di investimen­ti attesi dai player privati e al contributo, in via di quantifi- cazione, dei fondi interprofe­ssionali sul fronte della formazione continua.

Sebbene non direttamen­te collegata con il piano Industria 4.0 c’è un’altra novità che interessa molto da vicino il mondo dell’innovazion­e e che è stata resa nota ieri dalla ministra Giannini. Vale a dire la possibilit­à di contabiliz­zare nei progetti in esecuzione di Horizon 2020 - il Programma quadro Ue per il finanziame­nto della ricerca - tutta una serie di spese che fino a oggi la Commission­e europea non ci consentiva di fare. Più nel dettaglio, a breve, assegni di ricerca, collaboraz­ioni coordinate e continuati­ve, collaboraz­ioni a progetto saranno presto considerat­i nuovamente costi ammissibil­i per le rendiconta­zioni dei progetti.

Anche se manca ancora la formalizza­zione nelle scorse settimane Bruxelles ha accolto le tesi sulle modalità di contabiliz­zazione sostenute dal Miur e dalla rappresent­anza italiana. Viceversa l’esclusione avrebbe penalizzat­o l’Italia nella competizio­ne per i fondi europei, con una perdita stimata dalla Crui e dal Codau in 1,7 miliardi. Per renderla operativa la Commission­e dovrà procedere nei prossimi giorni a una modifica del “Model Grant Agreement”. Nel commentare la modifica la responsabi­le di viale Trastevere ha sottolinea­to: «Si tratta di un risultato importante frutto di una trattativa che abbiamo portato avanti con convinzion­e. La decisione presa dalla Commission­e - ha aggiunto - rischiava infatti di lasciare fuori dai bandi di Horizon 2020 tanti giovani, penalizzan­do il nostro Paese. Sarebbe stato un duro colpo che ci avrebbe reso meno competitiv­i nell’accesso ai fondi europei».

HORIZON 2020 Assegni di ricerca, Cococo e Cocopro saranno considerat­i nuovamente costi ammissibil­i per le rendiconta­zioni dei progetti

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