Ecco perché il mercato potrebbe restare nervoso
La sensazione è che la festa della liquidità, quella che per anni ha elargito plusvalenze agli investitori di tutto il mondo, possa essere sulla via del tramonto. La Fed potrebbe alzare i tassi a dicembre, anche se in passato più volte ha smentito se stessa e i suoi «dots». La Bank of Japan ha varato un semplice «restyling» della politica monetaria. E la Bce potrebbe presto fare qualcosa di simile, pur con connotati tecnici diversi, ammesso e non concesso che in Europa si trovi un accordo.
Ma sui mercati cresce l’incertezza. Perché non è affatto scontato che i «restyling» possano avere più successo delle manovre monetarie precedenti, che hanno salvato il mondo dalla catastrofe finanziaria ma non hanno fatto risalire l’inflazione. E perché non è affatto sicuro che le iniezioni di liquidità possano continuare ancora a tempo indeterminato, dato che ormai iniziano a scarseggiare i titoli da comprare. Insomma: nonostante la reazione positiva di ieri, sui mercati il nervosismo potrebbe essere destinato a crescere da qui alla fine dell’anno.
Il «restyling»
La manovra annunciata dalla Bank of Japan ha un obiettivo ben preciso: stimolare l’economia, e soprattutto l’inflazione, riducendo gli effetti collaterali sulle banche. Come noto, il calo dei tassi d’interesse a lungo termine pesa sui loro conti. Per questo la Bank of Japan ha annunciato che non farà scendere il rendimento dei titoli di Stato decennali sotto lo zero per cento: proprio per evitare ulteriori danni alle banche, che rappresentano un motore fondamentale per la crescita economica. Siccome gli istituti creditizi si indebitano a breve (dove i tassi resteranno bassi) ed erogano credito a più lunga scadenza, se la banca centrale assicura che i tassi decennali non scenderanno più sotto lo zero come accaduto in passato l’aiuto per loro è evidente.
In Europa c’è lo stesso problema: il quantitative easing erode i ricavi delle banche, già deboli per mille altri motivi. Dato che gli istituti creditizi sono l’unico anello di congiunzione tra la liquidità creata dalla Bce e le imprese, sarebbe meglio evitare di penalizzarli oltremodo. La domanda che tanti si pongono, dunque, è: la Bce potrebbe imitare la Bank of Japan? La risposta non è così semplice. Anzi, probabilmente è «no»: dato che la Bce compra titoli di 19 Paesi, inventare obiettivi di rendimento fissi sarebbe molto difficile. La scelta di un «restyling», dunque, in Europa è complessa. Dunque, potenzialmente più incerta: questo potrebbe tenere il mercato sulle spine per un po’.
La stretta Fed
Anche in America l’incertezza è in crescita. Ieri sera la Fed è stata in apparenza più «restrittiva» del previsto, lasciando intendere che potrebbe alzare il costo del denaro già a dicembre. Se mantenesse questa indicazione, la «stretta» arriverebbe in un momento di mercato un po’ delicato: quando a Wall Street gli utili aziendali e i buy-back azionari iniziano a calare.