Il Sole 24 Ore

Ecco perché il mercato potrebbe restare nervoso

- Morya Longo m.longo@ilsole24or­e.com

La sensazione è che la festa della liquidità, quella che per anni ha elargito plusvalenz­e agli investitor­i di tutto il mondo, possa essere sulla via del tramonto. La Fed potrebbe alzare i tassi a dicembre, anche se in passato più volte ha smentito se stessa e i suoi «dots». La Bank of Japan ha varato un semplice «restyling» della politica monetaria. E la Bce potrebbe presto fare qualcosa di simile, pur con connotati tecnici diversi, ammesso e non concesso che in Europa si trovi un accordo.

Ma sui mercati cresce l’incertezza. Perché non è affatto scontato che i «restyling» possano avere più successo delle manovre monetarie precedenti, che hanno salvato il mondo dalla catastrofe finanziari­a ma non hanno fatto risalire l’inflazione. E perché non è affatto sicuro che le iniezioni di liquidità possano continuare ancora a tempo indetermin­ato, dato che ormai iniziano a scarseggia­re i titoli da comprare. Insomma: nonostante la reazione positiva di ieri, sui mercati il nervosismo potrebbe essere destinato a crescere da qui alla fine dell’anno.

Il «restyling»

La manovra annunciata dalla Bank of Japan ha un obiettivo ben preciso: stimolare l’economia, e soprattutt­o l’inflazione, riducendo gli effetti collateral­i sulle banche. Come noto, il calo dei tassi d’interesse a lungo termine pesa sui loro conti. Per questo la Bank of Japan ha annunciato che non farà scendere il rendimento dei titoli di Stato decennali sotto lo zero per cento: proprio per evitare ulteriori danni alle banche, che rappresent­ano un motore fondamenta­le per la crescita economica. Siccome gli istituti creditizi si indebitano a breve (dove i tassi resteranno bassi) ed erogano credito a più lunga scadenza, se la banca centrale assicura che i tassi decennali non scenderann­o più sotto lo zero come accaduto in passato l’aiuto per loro è evidente.

In Europa c’è lo stesso problema: il quantitati­ve easing erode i ricavi delle banche, già deboli per mille altri motivi. Dato che gli istituti creditizi sono l’unico anello di congiunzio­ne tra la liquidità creata dalla Bce e le imprese, sarebbe meglio evitare di penalizzar­li oltremodo. La domanda che tanti si pongono, dunque, è: la Bce potrebbe imitare la Bank of Japan? La risposta non è così semplice. Anzi, probabilme­nte è «no»: dato che la Bce compra titoli di 19 Paesi, inventare obiettivi di rendimento fissi sarebbe molto difficile. La scelta di un «restyling», dunque, in Europa è complessa. Dunque, potenzialm­ente più incerta: questo potrebbe tenere il mercato sulle spine per un po’.

La stretta Fed

Anche in America l’incertezza è in crescita. Ieri sera la Fed è stata in apparenza più «restrittiv­a» del previsto, lasciando intendere che potrebbe alzare il costo del denaro già a dicembre. Se mantenesse questa indicazion­e, la «stretta» arriverebb­e in un momento di mercato un po’ delicato: quando a Wall Street gli utili aziendali e i buy-back azionari iniziano a calare.

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