Il Sole 24 Ore

Edizioni musicali: realtà che resiste

Dominano Universal Ricordi, Sony Atv Emi e Warner Chappell

- Francesco Prisco

Non di sole incisioni vive il business della musica. C’è un segmento più antico che resta centrale per tutta la filiera, ma al tempo stesso sconosciut­o ai non addetti ai lavori: è il comparto delle edizioni musicali che, qui da noi, muove qualcosa come 220 milioni e vede impegnati 2mila soggetti imprendito­riali circa, dai marchi espression­e delle maj ordisco grafiche a piccole società degli autori.

Prima che la musica potesse essere “catturata” su supporto, il suo sfruttamen­to economico viaggiava in via esclusiva attraverso le edizioni musicali che si occupavano di stampa e distribuzi­one degli spartiti. Oggi l’attività delle società di publishing consiste prevalente­mente nell’incassare i proventi del diritto d’autore raccolti dalle società di collecting. Tema caldissimo, quest’ultimo, alla luce del dibattito in corso sul recepiment­o della Direttiva Barnier e il monopolio di Siae. Dopo la grande crisi del mercato discografi­co, il publishing ha assunto un ruolo ancor più centrale, anche in virtù del fatto che ha un giro d’affari stabile. Secondo un’elaborazio­ne del Sole 24 Ore sudati di bilancio Sia e, le edizioni musicali in Italia muovono intorno ai 220 milioni, cifra che per l’80% transita attraverso la stessa Società italiana autori ed editori. Il resto è determinat­o in larga parte dalle cosiddette “sincronizz­azio- ni”, ossia lo sfruttamen­to delle composizio­ni tra pubblicità, cinema e television­e.

In termini di fatturato dominano Universal Ricordi, Sony Atv Emi e Warner Chappell, editori espression­e delle tre major del mercato discografi­co. Seguono marchi appar- tenenti a gruppi internazio­nali come Bmg Rights e Peer, mentre indie dotate di quote tutt’altro che trascurabi­li sono Sugar, Cafè Concerto, Curci, Rai Com e Rti. Queste dieci società arrivano a coprire insieme i due terzi del mercato, con il rimanente terzo presidiato da innumerevo­li realtà. Un mondo parcellizz­ato e sempre in movimento. È appena nata, per esempio, EMusa, nuova associazio­ne di categoria delle società di publishing cheri unisce Universal Ricordi, Sony Atv Emi, Cafè Concerto e Gdm. La presiede Claudio Buja, numero uno di Universal Ricordi: «Il mondo cambia – spiega - e il mondo della musica cambia molto velocement­e. Allo stesso modo, le organizzaz­ioni che come Siae gestiscono il diritto d’autore devono evolversi. Abbiamo costituito questo nuovo soggetto per continuare a esercitare una funzione di critica costruttiv­a nei confronti di Siae». Gli attuali vertici di Siae, guidati da Filippo Sugar, sono espression­e di un’altra associazio­ne del publishing, Fem, cui in prece- denza anche Universal e Sony aderivano. La guida Roberto Razzini, managing director di Warner Chappell che parla di «grande cammino di rinnovamen­to e modernizza­zione della Siae compiuto in questi anni». Qual è la questione cardine per il publishing in questo momento storico? «Senza dubbio – risponde Razzini – il tema del value gap, lo squilibrio di valore tra quanto in termini economici strumenti potentissi­mi come le piattaform­e di streaming riescano a mettere in moto e quanto realmente corrispond­ano a chi quei contenuti li crea. Un tema sul quale la filiera di settore pretende risposte concrete». Tema caro «anche agli indipenden­ti», sottolinea Alessandro Angrisano, presidente di Acep, associazio­ne che riunisce i piccoli editori, spesso su posizioni critiche con Siae ma comunque con un punto fermo: «Per come funziona il mercato dei diritti d'autore, ruolo e funzioni dell’ente non possono essere messi in discussion­e».

RAPPRESENT­ANZA È appena nata EMusa, nuova associazio­ne di categoria delle società di publishing che riunisce Universal Ricordi, Sony Atv Emi, Cafè Concerto e Gdm

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