Edizioni musicali: realtà che resiste
Dominano Universal Ricordi, Sony Atv Emi e Warner Chappell
Non di sole incisioni vive il business della musica. C’è un segmento più antico che resta centrale per tutta la filiera, ma al tempo stesso sconosciuto ai non addetti ai lavori: è il comparto delle edizioni musicali che, qui da noi, muove qualcosa come 220 milioni e vede impegnati 2mila soggetti imprenditoriali circa, dai marchi espressione delle maj ordisco grafiche a piccole società degli autori.
Prima che la musica potesse essere “catturata” su supporto, il suo sfruttamento economico viaggiava in via esclusiva attraverso le edizioni musicali che si occupavano di stampa e distribuzione degli spartiti. Oggi l’attività delle società di publishing consiste prevalentemente nell’incassare i proventi del diritto d’autore raccolti dalle società di collecting. Tema caldissimo, quest’ultimo, alla luce del dibattito in corso sul recepimento della Direttiva Barnier e il monopolio di Siae. Dopo la grande crisi del mercato discografico, il publishing ha assunto un ruolo ancor più centrale, anche in virtù del fatto che ha un giro d’affari stabile. Secondo un’elaborazione del Sole 24 Ore sudati di bilancio Sia e, le edizioni musicali in Italia muovono intorno ai 220 milioni, cifra che per l’80% transita attraverso la stessa Società italiana autori ed editori. Il resto è determinato in larga parte dalle cosiddette “sincronizzazio- ni”, ossia lo sfruttamento delle composizioni tra pubblicità, cinema e televisione.
In termini di fatturato dominano Universal Ricordi, Sony Atv Emi e Warner Chappell, editori espressione delle tre major del mercato discografico. Seguono marchi appar- tenenti a gruppi internazionali come Bmg Rights e Peer, mentre indie dotate di quote tutt’altro che trascurabili sono Sugar, Cafè Concerto, Curci, Rai Com e Rti. Queste dieci società arrivano a coprire insieme i due terzi del mercato, con il rimanente terzo presidiato da innumerevoli realtà. Un mondo parcellizzato e sempre in movimento. È appena nata, per esempio, EMusa, nuova associazione di categoria delle società di publishing cheri unisce Universal Ricordi, Sony Atv Emi, Cafè Concerto e Gdm. La presiede Claudio Buja, numero uno di Universal Ricordi: «Il mondo cambia – spiega - e il mondo della musica cambia molto velocemente. Allo stesso modo, le organizzazioni che come Siae gestiscono il diritto d’autore devono evolversi. Abbiamo costituito questo nuovo soggetto per continuare a esercitare una funzione di critica costruttiva nei confronti di Siae». Gli attuali vertici di Siae, guidati da Filippo Sugar, sono espressione di un’altra associazione del publishing, Fem, cui in prece- denza anche Universal e Sony aderivano. La guida Roberto Razzini, managing director di Warner Chappell che parla di «grande cammino di rinnovamento e modernizzazione della Siae compiuto in questi anni». Qual è la questione cardine per il publishing in questo momento storico? «Senza dubbio – risponde Razzini – il tema del value gap, lo squilibrio di valore tra quanto in termini economici strumenti potentissimi come le piattaforme di streaming riescano a mettere in moto e quanto realmente corrispondano a chi quei contenuti li crea. Un tema sul quale la filiera di settore pretende risposte concrete». Tema caro «anche agli indipendenti», sottolinea Alessandro Angrisano, presidente di Acep, associazione che riunisce i piccoli editori, spesso su posizioni critiche con Siae ma comunque con un punto fermo: «Per come funziona il mercato dei diritti d'autore, ruolo e funzioni dell’ente non possono essere messi in discussione».
RAPPRESENTANZA È appena nata EMusa, nuova associazione di categoria delle società di publishing che riunisce Universal Ricordi, Sony Atv Emi, Cafè Concerto e Gdm