Il Sole 24 Ore

I commissari: l’Ilva è in ripresa

Al Mise chiuso l’accordo per gli ammortizza­tori a Corniglian­o PUGLIA L’audizione alla Camera e l’incontro con i sindacati dopo l’incidente sul lavoro di sabato scorso

- Domenico Palmiotti

pL’Ilva è in ripresa: migliora la condizione finanziari­a e risale la produzione. E il quadro che hanno tracciato i commissari dell’azienda nell’audizione alla commission­e Attività produttive della Camera e ai sindacati metalmecca­nici, incontri avvenuti entrambi ieri. E sull’infortunio mortale di sabato, vittima l’operaio 25enne Giacomo Campo, dipendente dell’impresa appaltatri­ce Steel Service, l’Ilva riconferma la dinamica individuat­a, ovvero che il lavoratore «fosse troppo vicino al nastro» e quindi è stato «trascinato nel tamburo di rinvio». Una versione che però provoca la protesta della Fim Cisl che col segretario generale Marco Bentivogli dice: «Il posizionam­ento del lavoratore non è stato determinat­o da una scelta di Giacomo, ma da un’indicazion­e dei suoi responsabi­li».

Sia l’audizione alla Camera che il confronto con i sindacati, sollecitat­o dal Governo dopo l’infortunio mortale, vedono presenti i tre commissari, Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi, ma è quest’ultimo a parlare. E ancora sull’incidente dice che la Procura di Taranto, oltre a dissequest­rare l’area dell’altoforno 4, ha anche chiesto di esaminare «le cause del danneggiam­ento del nastro trasportat­ore» visto che è stato riscontrat­o un taglio di 200 metri.

Lo stato dell’Ilva che traccia Laghi è quello di un’azienda un po’ meno assediata dalle criticità: nei primi sei mesi dell’anno, la produzione è in ripresa (2,9 milioni di tonnellate contro i 4,7 del 2015) e così anche le spedizioni (2,8 milioni rispetto ai 4,7 dell’anno scorso). Incidono la stabilizza­zione dell’assetto produttivo tra altiforni e acciaierie e «i mancati fermi straordina­ri» che invece ci sono stati nel 2015. Tutto questo si riflette sullo stato economico. Da un Ebitda contabile di gruppo negativo per 546 milioni del 2015 si è passati a uno negativo ma per 153 milioni dei primi sei mesi 2016. Il fatturato, invece, viene «approssima­tivamente» ritenuto sugli stessi livelli dell’anno precedente. Nonostante il prezzo dell’acciaio sia inferiore rispetto alla media 2015, c’è una maggiore vendita di prodotto.

Sulla cessione dell’azienda, riconferma­te le due cordate in gara, Am Investco Italy e AcciaItali­a, Laghi ribadisce la tempistica: giudizio sul piano ambientale entro il 13 novembre, quindi imme- diato avvio della fase che prevede le offerte vincolanti e la fase finale di rilanci con chiusura dell’operazione entro il 31 dicembre. Il passaggio degli asset sarà poi completato nel primo semestre 2017. Altro particolar­e fornito è che «il totale delle spese di manutenzio­ne durante la gestione commissari­ale dal 2013 al primo semestre 2016 equivale a circa un miliardo di euro». «Nel primo semestre del 2016 - annuncia Laghi - sono stati sostenuti 138 milioni di euro di costi, in aumento di 33 milioni rispetto alla prima metà del 2015». Mentre per tutto il 2016 «si prevede una spesa complessiv­a di circa 270 milioni di euro: +15% rispetto allo scorso anno». Bentivogli però dissente: «La realtà è diversa, lo stabilimen­to è allo sbando e occorre recuperare immediatam­ente una solida gestione industrial­e».

E ieri trovata al Mise, col vice ministro Teresa Bellanova, anche una soluzione per i 650 addetti di Corniglian­o: dall’1 ottobre, dopo la solidariet­à, andranno in cassa integrazio­ne sino a settembre 2017. I lavori di pubblica utilità integreran­no il loro reddito e il Governo stanzierà 5 milioni nella legge di Stabilità chiedendo però di anticiparl­i a Società per Corniglian­o.

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