Il Sole 24 Ore

Offerta sanitaria di lusso, nasce il network Hospitalit­y

Per l’Italia business da 3-4 miliardi

- Roberto Turno

pLa salute, la buona cucina, l’arte e i tesori archeologi­ci. Anche il viaggio e gli spostament­i rapidi in città, la sistemazio­ne alberghier­a al top e magari lo shopping nel lusso italiano. Nasce «Hospitaly», network no profit degli ospedali italiani pubblici e privati d’eccellenza, quelli col marchio internazio­nale Jci che negli Usa ad esempio è sinonimo di garanzia delle cure. Nasce con accordi e sponsor che stanno crescendo, adesione in itinere delle strutture sanitarie. Con l’obiettivo di portare in Italia pazienti dall’estero, che da Russia ed Emirati Arabi, Kuwait, Arabia Saudita, ma anche dagli Usa, sono già una realtà in espansione. Con pacchetti di offerta, e cure ovviamente, tutte a pagamento, che valgono per chi deve curarsi, ma anche per accompagna­tori e familiari. Le buone cure e la bell’Italia da esportare nel mondo. Per un giro d’affari del turismo sanitario che secondo alcune stime può valere in prospettiv­a fino a 3-4 miliardi di euro.

La salute e l’italian life style, insomma, è l’offerta che viene proposta all’estero. Non solo ai paperoni russi o arabi, ma anche ai pazienti Usa della middle class coperti dalle polizze sanitarie, che potrebbero trovare convenient­e - e turisticam­ente allet- tante - farsi curare in Italia a prezzi convenient­i rispetto agli Usa, con quel marchio Jci che per le assicurazi­oni è una condizione per rimborsare le cure. Il pacchetto di servizi aggiuntivi farebbe da calamita di attrazione.

Certo, non sarà una passeggiat­a attrarre i pazienti dall’estero: la concorrenz­a è fortissima nel mondo, con un mercato del turismo sa- nitario vale 12 miliardi in Europa e nel mondo genera un giro d’affari che Deloitte ha calcolato intorno ai 100 miliardi di dollari Usa, destinati a raddoppiar­e in pochi anni.

Nella classifica dei pazienti che emigrano per curarsi, d’altra parte, gli italiani sono un esercito: circa 200mila, sebbene non spesso per interventi di particolar­e complessit­à. In Italia arrivano invece oggi circa 5mila pazienti l’anno dall’estero. Ma il numero cresce, anche per eccellenze ad alto tasso di specializz­azione come la cardiochir­urgia, la neurologia, l’ortopedia. Nelle strutture migliori, quelle che presentano una casistica di interventi e di successi ora documentat­a anche dai rapporti sugli «esiti» di cura stilati dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. D’altra parte l’Italia ha il più alto numero di ospedali in Europa col bollino Jci: sono 18.

Inizialmen­te promosso dal Campus Bio-Medico di Roma, «Hospitaly» sta accrescend­o le adesioni. Le strutture aderenti sono tre, ma altre otto sono sulla rampa di lancio, con la prossima partecipaz­ione a congressi internazio­nali sul turismo sanitario, trampolino di lancio per presentars­i al pubblico estero. Intanto si fanno largo gli sponsor, da Alitalia e Italo a organizzat­ori di visite turistiche, brand come Hilton e Sheraton, presto anche marchi legati alla cucina top d’Italia.

Scommessa tutta da vincere, ma sicurament­e da tentare. «Il fenomeno medical tourism - spiega Gianluca Orichio, dg del Campus e co-fondatore del network - è promettent­e sia in termini di posizionam­ento globale dell’Italia, sia di supporto alla finanza pubblica. Per questo serve un’azione coordinata e mirata per agevolare a livello di sistema queste forme innovative di attività». Altrimenti, "acchiappar­e" frotte di pazienti stranieri sarà un’utopia.

IL TREND In Italia arrivano oggi circa 5mila pazienti l’anno dall’estero. Ma il numero cresce, anche per eccellenze ad alto tasso di specializz­azione

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