Ue, ribadito il no all’import di farmaci testati su animali
La Corte di Giustizia rafforza il «cruelty free»
pRibadito e rafforzato il no della Ue all’import di cosmetici testati sugli animali. Anche se quei test sono stati svolti in Paesi terzi, al di fuori del perimetro europeo dove sono perfettamente legali.
Per gli addetti ai lavoroi è soprattutto una inequivocabile conferma quella che arriva dalla Corte di Giustizia Ue con la sentenza, datata 21 settembre, sulla causa C-592/14.
Il caso era stato sollevato in Regno Unito. Tre case produttrici – aderenti alla Federazione europea dei fabbricanti di ingredienti per cosmetici (Efci) – avevano utilizzato prodotti a sperimentazione animale fuori dall’Unione europea per vendere in Cina e in Giappone. Paesi in cui quei test sono ancora obbligatori per verificare la sicurezza e consentire la messa in commercio.
Benchè il diritto comunitario vieti la commercializzazione di cosmetici testati su animali, l’Efci aveva chiesto ai giudici britannici se questi stessi prodotti potessero essere im- portati nella Ue, considerando che i test venivano svolti al di fuori del perimetro dell’Unione e rispondevano agli standard di sicurezza, sia dei Paesi terzi che europei.
Da quì il rinvio, dei giudici britannici, alla Corte Ue. Per i giudici di Lussemburgo è irrilevante « la circostanza che le sperimentazioni animali siano state richieste al fine di permettere la commercializzazione del prodotto in Paesi terzi».
La Corte precisa poi che il diritto Ue (regolamento 1223/2009) «non determina alcuna distinzione in base al luogo in cui è stata effettuata la sperimentazione animale in questione». Anzi, operare una distinzione tra ciò che è lecito dentro la Ue e ciò che si può fare fuori e poi utilizzare all’ibnterno «sarebbe contraria all’obiettivo della tutela degli animali» che si intende preseguire. Anche perchè la realizzazione di tale obiettivo sarebbe notevolmente compromessa se fosse possibile eludere i divieti previsti dal diritto dell’Unione effettuando le sperimentazioni animali in Paesi terzi».
«La sentenza conferma equello che già gli operatori sapevano e che applicano in conformità con il regolamento che dal 2013 ha bandito i test sugli animali» ha spiegato Luca Nava, direttore generale di Cosmetica Italia.
Intanto, il settore, l’anno scorso ha raggiunto i 10 miliardi di euro di fatturato complessivo (+6% rispetto al 2014) e quest’anno si stima di arrivare a 10.5 miliardi.
Il mercato italiano vale 6,2 miliardi, l’export, invece, 3,8 miliardi. Le destinazioni più forti si confermano i partner Ue: Germania, Francia, Usa e Regno Unito. Mentre continua la crescita a doppia cifra negli Emirati Arabi Uniti.
PRECISAZIONE Vietato il commercio anche se le sperimentazioni sono condotte in Paesi terzi. In Italia, il settore vale 10 miliardi (+6% sul 2014)