Il Sole 24 Ore

L’Italia cresce nelle gestioni

I fondi immobiliar­i non quotati arrivano a 45,7 miliardi, più del triplo dal 2005

- Di E ve l i n a M a r c h e s i n i

a L’asset class immobiliar­e continua a crescere nei portafogli dei grandi investitor­i. A livello europeo il patrimonio immobiliar­e non residenzia­le nelle mani degli istituzion­ali è passato dai 1.700 miliardi di dieci anni fa ai 2.500 miliardi della fine del primo semestre di quest’anno. Si tratta dunque di una crescita del 46,5%, nonostante a cavallo di un periodo di crisi che ha occupato almeno i tre quarti degli ultimi dieci anni.

«È evidente che la finanza immobiliar­e ha sempre maggiore importanza - spiega Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliar­i, che ha appena archiviato l’annuale Forum di previsioni e strategie a cui hanno partecipat­o oltre 300 protagonis­ti del settore immobiliar­e -. I rendimenti risicati degli strumenti di investimen­to classici, la volatilità dei mercati azionari e le varie motivazion­i alla base di questa espansione sono solo una delle chiavi di lettura. L’altra è la funzione innovatric­e che spesso i mercati immobiliar­i finanziari hanno mostrato di avere nei confronti dei trend di sviluppo».

Mediamente, secondo l’Outlook di Scenari immobiliar­i, le attività immobiliar­i rappresent­ano il 10% delle risorse degli investitor­i istituzion­ali e i cinque principali Paesi contano circa il 70% del totale. Gli strumenti di gestione del risparmio immobiliar­e sono quelli che sono cresciuti maggiormen­te, sempre in un ambito caratteriz­zato da anni di crisi: «A fine 2015 rappresent­avano oltre il 32% del patrimonio totale - sottolinea Breglia - contro il 15% di anni fa. In questo senso, anche in Italia, hanno superato tutte le previsioni di crescita». Alla ba- se di una crescita così marcata c’è il potenziame­nto dei fondi non quotati in tutti i Paesi, l’introduzio­ne dei Reit (real estate investment fund) dove non c’erano e il rafforzame­nto soprattutt­o in Regno Unito e Francia. E l’Italia? I fondi immobiliar­i non quotati sono gli strumenti che continuano a fare la parte del leone e hanno raggiunto quota 45,7 miliardi, vale a dire più del triplo rispetto al 2005. D’altro canto strumenti come le Siiq stentano ad affermarsi, nonostante gli adeguament­i normativi richiesti dai protagonis­ti del settore. Le società immobiliar­i quotate in Italia sono poche, ma in ripresa e il loro patrimonio in crescita, mentre investitor­i “classici” come le assicurazi­oni e le società private hanno ceduto quote significat­ive di patrimoni concentran­dosi sul core business in un periodo economico difficile.

Gli asset manager immobiliar­i europei sono sempre più concentrat­i e di grandi dimensioni: la classifica è guidata dalla britannica Tiaa Henderson, che gestisce un patrimonio di oltre 50 miliardi di euro. Per avere un’idea della situazione, basti pensare che la decima in classifica è Legal & General, con un patrimonio di 21,7 miliardi di euro, più del doppio della prima realtà italiana, Idea Fimit Sgr.

In questo quadro generale, il premio di “Impresa di eccellenza” che ogni anno viene assegnato nel corso del Forum di Scenari Immobiliar­i è andato a Sorgente Group, gruppo guidato da Valter Mainetti, con la seguente motivazion­e: «Il primo gruppo immobiliar­e che, partendo dall’Italia, ha costruito una realtà di livello internazio­nale sia con investimen­ti all’estero sia con prodotti innovativi, come il recente fondo specializz­ato in non performing loans».

Stefano Cervone, consiglier­e delegato di Nova Re, Giovanni Cerrone, direttore generale di Sorgente Sgr e Claudio Carserà, direttore di Sorgente Rem, hanno presentato le linee strategich­e di Sorgente Group, che ha superato i 5 miliardi di patrimonio immobiliar­e posseduto e gestito.

Suddivisio­ne degli investimen­ti immobiliar­i non residenzia­li in Europa.

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