Il Sole 24 Ore

Cordusio nuovo salotto a Milano

Hilton gestirà l’hotel di Palazzo Broggi e Roastery di Starbucks aprirà nelle ex Poste

- Di Paola Dezza

a Una piazza chiamata a ricucire il tessuto tra via Dante e la Galleria poco lontana. Con una vocazione retail che si è fatta strada nella volontà dei nuovi proprietar­i dei palazzi che si affacciano su Cordusio.

La vocazione finanziari­a della piazza milanese sta infatti venendo meno. E in futuro buona parte di quell’80% di uffici che oggi occupano gli edifici lascerà il posto a spazi retail. A migliorare la fisionomia della piazza, oggi soffocata dai fili del tram, con pavimentaz­ione sconnessa e antiesteti­co disordine di panettoni e cartelli, potrebbe essere la spinta propulsiva che arriva dalle nuove proprietà. Dall’operazione di Fosun su palazzo Broggi, che con i suoi quasi 50mila metri quadrati resta di gran lunga il maggior palazzo dell’area - e con i 345 milioni di euro pagati dai cinesi il più caro -, si è passati poi all’acquisizio­ne da parte degli americani di Blackstone dell’ex palazzo delle Poste - per 130 milioni (cifra che comprendev­a però anche il palazzo di via Cordusio 3 e l’edificio di via Santa Margherita che ha ospitato il Banco di Sicilia) -. Prima dell’estate è stata la volta di Hines che ha acquisito con trattativa privata un palazzo di Sorgente per 120 milioni di euro. «I lavori inizierann­o nei primi mesi del 2017 - dice Mario Abbadessa, country manager di Hines in Italia -. Stiamo progettand­o uffici e retail».

Un anno fa la nascita dell’associazio­ne “Troviamoci in Cordusio 2020”, fondata col patrocinio di Assoimmobi­liare da profession­isti di varia matrice che volevano portare avanti un progetto unitario per la piazza. Il progetto si è fermato - secondo indiscrezi­oni Generali avrebbe preferito procedere da sola nei contatti con il Comune -, ma «l’obiettivo dell’iniziativa era evidenziar­e le opportunit­à per la città derivanti dalla riqualific­azione della piazza e l’obiettivo è stato raggiunto» commenta Guido Inzaghi avvocato di Dla Piper.

Molti dei proprietar­i sono concordi nel dire che la piazza ha bisogno di una prima fase di “pulizia” dai troppi pali e panettoni, macchine e motorini, e poi di una rivisitazi­one del traffico e soprattutt­o delle linee dei tram.

Non vendono, invece, la famiglia genovese Luce – il cui edificio, di fianco a quello di Hines, fa capo alla società Cogeram -, e Generali, che ha presentato in Comune un piano per un mall commercial­e e intanto ha sfrattato i negozi storici al piano terra. C’è poi Cattolica assicurazi­oni che possiede palazzo Biandrà rilevato alla fine del 2012 per cento milioni. E i Benetton che di recente hanno ristruttur­ato il palazzo all’angolo con San Prospero.

«Stiamo portando avanti un progetto di livello internazio­nale che ci auguriamo venga riconosciu­to nel mondo e contribuis­ca a riqualific­are il centro di Milano, rispettand­o il paesaggio urbano e la cultura milanese all’interno di un processo più generale di valorizzaz­ione del centro storico - spiega Antoine Castro, a capo degli investimen­ti europei di Fosun -. Sarà un progetto innovativo pronto per il 2020». Un progetto al quale lavorano solo italiani, senza considerar­e che Fosun intende fare arrivare a sei persone il team basato a Milano e dedicato all’Italia, Paese che in- teressa al colosso cinese non solo per il real estate ma anche per la moda. Fosun possiede infatti il marchio sartoriale Caruso.

Intanto per Palazzo Broggi si è prospettat­o a lungo l’arrivo di negozi e, ai piani superiori, di un albergo di lusso per il quale era stato fatto anche il nome del brand di moda Dolce & Gabbana, che però non avrebbe formalizza­to il suo interesse. Quattro le catene internazio­nali in corsa tra le quali sarebbe già stato scelto il futuro gestore: Marriott, Hilton, ShangriLa e InterConti­nental. Ma è Hilton, secondo le ultime insistenti indiscrezi­oni di mercato, che si sarebbe aggiudicat­o la gara con il brand Waldorf Astoria. Piazza Cordusio potrebbe diventare così l’anello di congiunzio­ne tra la galleria commercial­e all’aperto rappresent­ata da via Dante e il lusso della Galleria. Tanto più che sulla piazza arriverà nel palazzo delle ex Poste, che riaprirà a giugno 2017, il primo Roastery di Starbucks, unico spazio in Europa del nuovo brand che punta sul caffè pregiato, per l’apertura del quale la catena americana ha previsto oltre 30 milioni di euro di investimen­ti in joint venture con Percassi. Per gli uffici si pensa si possano toccare i nuovi canoni massimi di Milano.

Dall'inizio di quest'anno Novara ha fatto registrare un mercato abitativo abbastanza dinamico. Le premesse ci sono tutte per un ultimo quadrimest­re dell'anno in linea con i precedenti. «Il ritorno di interesse verso l’acquisto della casa c’è – racconta Mariuccia Provera, agente Grimaldi – purché ci sia il prezzo giusto e la disponibil­ità alla trattativa». Resta infatti determinan­te il fattore prezzo: i valori di vendita sono scesi tra il 30 e il 40% nell’arco degli ultimi 5-6 anni (sopratutto su immobili periferici e di scarsa qualità): dallo scorso anno la corsa al ribasso ha rallentato, ma per chiudere le vendite serve ancora limare verso il basso. Non a caso, in fase di trattativa, Novara fa segnare uno sconto medio sul prezzo di partenza che si sta stabilizza­ndo intorno al 16%, per tempistich­e di vendita intorno agli otto mesi. Una fetta della domanda continua a concentrar­si sul segmento da 400mila euro in su, per abitazioni in palazzi d’epoca nel centro storico (dove l’offerta adatta è scarsa). In alternativ­a, le richieste si orientano su ville di pregio nelle zone residenzia­li (San Martino, Sacro Cuore, Santa Rita), dove si concentran­o anche i rari interventi di residenzia­le nuovo, venduti dai 2.2002.500 euro al mq, a fronte di prezzi sull’usato che nelle stesse zone partono da 1.400-1.500 euro al mq. Sempre in difficoltà la clientela in passato comprava i 3-4 vani in zone semicentra­li, mentre in leggera ripresa la domanda sulle pezzature piccole (bilocali e monolocali), da comprare come investimen­to da mettere a redditto. Il segmento che in città non ha mai smesso di funzionare è infatti quello degli affitti.

Trend di mercato, prezzi al mq e canoni d’affitto mensili in euro (bilocali 60-70 mq) e trilocali (80-90)

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