Malagò: «Scelta demagogica, avanti fino al no formale»
Uno stop già scritto frutto di «demagogia e populismo». Che provoca un danno all’immagine e alla credibilità internazionale dell’Italia «durissimo dopo due anni che le nostre istituzioni chiedono fiducia a livello mondiale». Senza trascurare l’ipotesi di danno erariale da 20 milioni che il Coni sta valutando a carico del Comune per mancata continuità amministrativa.
In un intervento di quasi un’ora in conferenza stampa al Foro Italico il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha espresso la sua amarezza per il «no» alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 annunciato ieri da Virginia Raggi. «Ho sentito tante falsità, ora Comune e Giunta si assumeranno le responsabilità delle loro scelte» ha spiegato Malagò che sul danno erariale precisa: «Abbiamo avuto fondi tramite una legge dello Stato e siamo soggetti ai controlli del Mef quindi giuridicamente ed economicamente è evidente che dobbiamo girare l’azione di responsabilità verso gli amministratori che firmeranno quella delibera». Una scelta che, secondo il presidente del Coni, non considera le nuove regole Cio su Agenda 2020 che esigono Giochi low cost e sostenibili, in termini economici e ambientali, capaci di lasciare eredità importanti al territorio. «Andremo avanti fino a un no formale. Si devono assumere le loro responsabilità» ha assicurato Malagò ricordando la disponibilità a rivedere tutto: «Eravamo disposti al referendum, a cambiare, ma dopo un incontro». Aperture ignorate dal sindaco Raggi che brucia così il sogno olimpico di Roma.
Le ipotesi di aggirare la posizione del Campidoglio e salvare una candidatura “zoppa” restano tecnicamente possibili ma politicamente poco percorribili. Poiché il sostegno del Comune ospitante è fondamentale. La decisione finale tuttavia spetta al Governo, che difficilmente si sbilancerà prima di una decisione del Consiglio comunale. Nulla tuttavia resta escluso. Come la possibilità di un referendum cittadino che consenta di non chiudere la partita definitivamente.
Ieri il numero uno del Coni si è soffermato anche sul capitolo città che, secondo la Raggi, avrebbero ritirato la candidatura. Malagò parla di «bufale e di disinformazione». «Amburgo e Boston, sono città che non sono mai state candidate, come si parla di Madrid, candidata quattro volte, che non si è mai ritirata». Il presidente del Coni è apparso amareggiato anche per l’incontro convocato e disertato dal sindaco dopo più di mezz’ora di attesa. «Meritavamo più rispetto istituzionale per il mondo che rappresentiamo» ha replicato con durezza chiarendo anche la questione debito sollevata dai grillini. «Dire che Roma paga ancora i debiti delle Olimpiadi del ’60 è una falsità assoluta. Ho chiamato personalmente la commissaria del debito del Comune di Roma Silvia Scozzese, che ha confermato che si tratta di una falsità assoluta: i due miliardi di euro di debito di Roma - ha spiegato il presidente del Coni - sono debiti commerciali che vanno dalle spese per lo Sdo a tutta una serie
GLI INDUSTRIALI Stirpe (Unindustria): il no ai Giochi è uno sfregio a Roma, un danno irreparabile al Paese e che dimostra incapacità di governare
di contenziosi. Il debito relativo a Roma 1960 ammonta a poche centinaia di migliaia di euro, relative agli espropri delle case al villaggio olimpico». E sul tema trasparenza: «Avevamo chiesto la diretta streaming per l’incontro e ci è stata negata dai paladini della trasparenza». Sullo sfondo poi i tanti sondaggi commissionati. «Anche loro, come noi, hanno i sondaggi e sanno bene che gli ultimi dati dicono che l’85% dei romani è a favore di Roma 2024».
Per gli industriali infatti la scelta del sindaco Raggi «è uno sfregio a Roma e un danno irreparabile al Paese» e che «dimostra l’incapacità di governare e di assumersi le proprie responsabilità, a cominciare dalla rinuncia a 5,5 miliardi di euro di investimenti che ne avrebbero prodotti 7 di ricavi » ha commentato il presidente di Unindustria Maurizio Stirpe. Tema sottolineato anche dal Comitato Promotore che parla di «classe dirigente senza coraggio. Ci dispiace per quel miliardo e 700 milioni di dollari che avrebbe risollevato Roma, aiutato le periferie». Tema che sarà trattato questa mattina in conferenza stampa dal premier Matteo Renzi con Giovanni Malagò. E non si escludono sorprese.