«La discontinuità aiuterà a rafforzare Mps»
pI l cambio alla guida del Monte dei Paschi di Siena è «un segnale di discontinuità che aiuterà la realizzazione del piano industriale» per salvare Rocca Salimbeni.
L’indicazione arriva dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che ieri ha risposto in Parlamento a un question time con cui Forza Italia ha chiesto il chiarire «il ruolo assunto dal ministro, – quale rappresentante del primo socio di Monte dei paschi di Siena – nel cambio al vertice della banca senese». Sul punto, Padoan ha affermato che «la scelta del nuovo amministratore delegato è avvenuta sulla base delle procedure prerviste dalla banca per la sua successione», senza interferenze da Via XX Settembre, e che «la cooptazione con attribuzione delle deleghe e attribuzione di ruolo di direttore generale è avvenuta con unanime consenso da parte dell’intero consiglio di amministrazione».
Quella del ministro Padoan, insomma, è una risposta prima di tutto sul passaggio di testimone fra l’ex ad Fabrizio Viola e il suo successore Marco Morelli, ma anche sulle ricostruzioni che hanno collegato l’addio del presidente Massimo Tononi a frizioni che sarebbero insorte fra gli amministratori e l’attuale primo azionista di Siena. Que- ste ultime dimissioni, va ricordato, diventeranno operative solo all’indomani dell’assemblea che avvierà le prime azioni del piano industriale. Sui tempi di attuazione che stanno agitando il titolo (ieri rimbalzato a Piazza Affari con un +2,46% dopo il -6,4% fatto registrare martedì), interpellato ieri a Milano il neo amministratore delegato Morelli si è limitato a spiegare che «parleremo quando saremo pronti».
Tornando alla ricostruzione delle ultime vicende della governance senese offerta ieri da Padoan a Montecitorio, è appunto l’esigenza di «discontinuità» avvertita prima di tutto dai mercati a spiegare le mosse sulla scacchiera. Chiamato al Monte nel 2012 in un altro dei passaggi complicati per la banca, ha ricordato il titolare dell’Economima, Viola «ha portato a termine due complessi aumenti di capitale». Ora il salvataggio dell’istituto di credito più antico d’Europa passa da un’altra richiesta di fondi al mercato, all’interno di un progetto che «dovrà essere in discontinuità rispetto al piano in base al quale era stato presentato al mercato da poco più di un anno l’ultimo aumento di capitale». Sulle cifre in gioco, il ministro ribadisce l’orizzonte “ufficiale” dei 5 miliardi, affiancati dal taglio di 9,6 miliardi di cre- diti deteriorati (da 24,2 a 14,6 miliardi) entro il 2018 chiesto dalla Banca centrale europea, anche perché le ipotesi alternative circolare in questi giorni riducono di oltre la metà le dimensioni dell’aumento ma lo accompagnano inevitabilmente alla conversione dei bond subordinati presenti nei portafogli degli investitori istituzionali. Proprio la tutela dei titolari dei bond, non va dimenticato, ha rappresentato l’obiettivo cruciale nella lunga trattativa fra il governo e la commissione europea prima del varo del piano che ha ottenuto il via libera della Bce a fine luglio.
Su modalità e tempi per la traduzione operativa del progetto vistato da Francoforte, comunque, come accennato il nuovo ad del Monte al momento non si sbilancia. Il calendario, comunque, rimane un fattore cruciale, e proprio il fatto che Morelli già conoscesse a fondo il Monte per esserne stato vicedirettore generale e Cfo fra 2006 e 2010 è stato uno degli elementi che hanno orientato la sua nomina.
L’AZIONISTA PUBBLICO La scelta del nuovo amministratore delegato «è avvenuta sulla base delle procedure previste dalla banca»