Il Sole 24 Ore

A Berlino vertice Merkel-Hollande-Juncker senza Renzi

- Gerardo Pelosi

Un altro “direttorio” europeo senza Matteo Renzi a Berlino, mercoledi prossimo, neanche due settimane dopo lo “strappo” di Bratislava. Nessuna reazione a caldo del premier che se la prende, però, con chi «vuole solo vivacchiar­e senza risolvere i veri problemi posti dalla Brexit all’Unione».

Resta il fatto che il “sogno” di Ventotene, ossia la possibilit­à che con l’uscita di Londra dalla Ue e dopo l’incontro a tre Italia-Germania-Francia il 22 agosto nell’isola di Spinelli, l’Italia potesse assurgere a membro permanente nel vagone di testa franco-tede- sco, sembra destinato a tramontare definitiva­mente. Il 16 settembre a Bratislava si era già consumato un primo “strappo” quando Renzi non aveva partecipat­o (anche perché non invitato formalment­e) alla conferenza stampa di Merkel e Hollande a conclusion­e del vertice dei 27 sulla Brexit. Ma la notizia diffusa ieri secondo la quale il presidente della Commis- sione europea, Jean Claude Juncker parteciper­à con la cancellier­a tedesca, Angela Merkel e il presidente francese, Francois Hollande a una cena organizzat­a dallo European Round Table of Industrial­ists a Berlino mercoledì prossimo è un colpo duro da digerire per il premier.

Sia la Commission­e europea che la portavoce della Merkel hanno minimizzat­o l’appuntamen­to sostenendo che l’incontro non ha nulla a che vedere con i vari formati di incontri tra leader europei ma è un evento organizzat­o dalla Erti, che raggruppa i rappresent­anti delle principali aziende europee (per l’Italia solo John Elkan della Fca e Claudio DeScal- zi dell’Eni oltre a Vittorio Colao per l’inglese Vodafone). Il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, ha indicato come assolutame­nte ordinario l’incontro fra Juncker, Merkel e Hollande che vedranno 20 dirigenti delle principali imprese europee. «Gli imprendito­ri fanno parte dell’European Round Table of Industrial­ists - ha precisato Seibert - nell’incontro si discuterà di innovazion­e e competitiv­ità in Europa e della sfida della digitalizz­azione in tutti i settori dell’economia».

Una notizia, quella dell’incontro a Berlino, che, soprattutt­o dopo Bratislava, Matteo Renzi si aspettava in qualche modo tanto che in un’intervista al Washin- gton Post aveva osservato che «Il problema è se la Germania accetterà o meno» che l’Italia prenda il “posto” della Gran Bretagna nel gruppo di testa dell’Ue. «Ho grande rispetto per Angela Merkel e Francois Hollande, - aveva precisato Renzi- ma non possiamo perdere l’occasione. Carpe Diem». Fonti vicine a Renzi hanno minimizzat­o ieri sera le reazioni a caldo del premier assicurand­o che non vi sarebbe stato nessuno “sfogo” emotivo ma solo una presa d'atto delle precisazio­ni di Berlino. «Se le cose stanno come dicono ok. Ma qualora non fosse così, allora si accomodino» avrebbe commentato Renzi, ripercorre­ndo gli eventi: la Brexit e l’avvio di una riflession­e su cosa fare nell’Europa a 27, promossa anche dall’Italia con gli altri Stati a Ventotene. L’Europa, avrebbe sottolinea­to il premier, ha davanti sfide epocali, dalla crisi dei migranti alla politica economica a favore della crescita. Poi però è arrivata Bratislava, con un documento vago, che non citava neppure l'Africa, e la conferenza stampa “separata”. Se questo minivertic­e va nella direzione di uno stop alle proposte italiane e qualcuno magari preferisce vivacchiar­e - è la sintesi del premier - lo facciano ma allora si prenda atto che non si vuole una discussion­e vera sulle priorità europee dopo Brexit.

AL WASHINGTON POST Il premier: «Il problema è se la Germania accetterà o meno che l’Italia prenda il posto della Gran Bretagna nel gruppo di testa della Ue»

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EPA Due più uno. Merkel, Hollande e Juncker a Parigi l’ottobre scorso

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