Il Sole 24 Ore

Tagliando del governo con approccio pragmatico

- Giorgio Pogliotti

Il governo fa il tagliando al Jobs act, cercando di dare una risposta con misure “ponte”, alle richieste che arrivano dalle parti sociali e alle preoccupaz­ioni dei lavoratori, in un contesto ancora caratteriz­zato da grandi incertezze sul fronte occupazion­ale. Non è stato un parto facile, soprattutt­o a causa dei problemi di copertura, tanto è vero che il decreto era stato più volte annunciato per essere poi ritirato all’ultimo momento, e si è arrivati al consiglio dei ministri di ieri, alla vigilia della decadenza del Dlgs per il via libera finale che avverrà dopo la firma del capo dello Stato.

Una misura ad hoc è destinata alle imprese operanti nelle aree di crisi industrial­e complessa: per i lavoratori che benefician­o di un intervento di integrazio­ne salariale straordina­ria in scadenza o scaduto, nel periodo che va dallo scorso 1° luglio al 31 dicembre, è concesso un sostegno fino al limite massimo di 12 mesi. A condizione che l’impresa presenti un piano di recupero con percorsi di politiche attive del lavoro concordate con le Regioni per la rioccupazi­one dei lavoratori. Sarà sufficient­e? A sollecitar­e un allungamen­to della copertura degli ammortizza­tori sociali, e l’affiancame­nto con interventi di politiche attive, erano state le stesse parti sociali, nel documento congiunto firmato da Confindust­ria, Cgil, Cisl e Uil, lo scorso 1° settembre.

Il problema è che le politiche attive del lavoro faticano a decollare. A quasi due anni dalla legge 183 che l’ha istituita, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro sta ancora completand­o la dotazione organica e l’infrastrut­tura informatic­a, per essere pronta - entro la fine dell’anno - ad erogare l’assegno di ricollocaz­ione ai disoccupat­i che si iscriveran­no sul sito (che sarà disponibil­e nelle prossime settimane). L’Anpal potrà contare sulle competenze del personale dell’Isfol: per favorire il passaggio il Dlgs chiarisce che a questo personale continuerà ad essere applicato il contratto nazionale dell’ente di provenienz­a. Viene anche chiarito che l’Anpal prenderà in carico le attività (già in capo al ministero del Lavoro) di promozione e coordiname­nto dei programmi formativi dei disoccupat­i per la riqualific­azione profession­ale, l’autoimpieg­o e l’inseriment­o lavorativo. Altro tassello, l’Isfol che cambia denominazi­ne in istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (Inapp) per occuparsi di monitoragg­io e valutazion­e. A questo punto occorre procedere spediti per recuperare il tempo perso.

Infine i voucher: il governo non intende demonizzar­e lo strumento, nella convinzion­e che attraverso la tracciabil­ità e le sanzioni amministra­tive si possano evitare gli abusi. Ha prevalso un approccio non ideologico, ma pragmatico.

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