Il Sole 24 Ore

Una spinta per l’Italia dell’hi-tech

Robot, automazion­e e meccatroni­ca: vendite nazionali viste in crescita grazie ai bonus

- Luca Orlando

«Sì, i clienti hanno già chiamato, aziende grandi e piccole, la richiesta c’è». Mauro Fenzi, ad di Comau, tra i leader mondiali della robotica, ha già potuto toccare con mano l’impatto potenziale del piano del Governo per industria 4.0.

Incentivi legati ad un iperammort­amento del 250% per beni ordinati entro la fine del prossimo anno che nelle stime del Governo attiverann­o dieci miliardi di investimen­ti. L’elenco preciso delle tecnologie agevolate sarà il vero snodo nel varo della normativa ma già ora, scorrendo l’elenco dei capitoli considerat­i, si capisce che si tratterà di un’azione a vasto raggio, con il coinvolgim­ento certo, dal lato delle forniture, di numerose aziende e filiere produttive nazionali. Il rischio di creare benefici soprattutt­o oltreconfi­ne, come accaduto per i milioni di moduli fotovoltai­ci i mportati dal far-east, è scongiurat­o anzitutto dal primo macro-capitolo incentivat­o: soluzioni manifattur­iere avanzate. Il che coinvolge una vasta area del mondo raccolto attorno a Federmacch­ine, costruttor­i di macchine utensili e impianti per la lavorazion­e di ogni tipo di materiale, dal tessile alla gomma-plastica, dal legno al vetro, che in gran parte hanno ormai inserito nei propri apparati dosi massicce di software. Controlli numerici e soprattutt­o sistemi integrati di dialogo a distanza, il “bread and butter” della fabbrica intelligen­te. A cominciare dai robot.

«In Italia vendiamo poco - spiega Mauro Fenzi, ad di Comau (gruppo Fca), due miliardi di ricavi, tra i leader mondiali della robotica - ma credo che con questo piano il nostro mercato nazionale potrà più che raddoppiar­e, sicurament­e mi aspetto almeno qualche decina di milioni di euro di commesse in più. Il progetto del Governo è molto positivo, noi stessi accelerere­mo gli investimen­ti per robotica collaborat­iva e “indossabil­e”, sistemi di cui potranno beneficiar­e anche le nostre Pmi. L’Italia, oggi, ha finalmente definito la propria strada per rendere più competitiv­a la propria manifattur­a».

Per l’area dei macchinari le consegne nazionali valgono oltre 11 miliardi: se gli incentivi raddoppias­sero il tasso di crescita attuale (+ 4,9% nel 2015) solo in questo comparto le commesse aggiuntive per i nostri costruttor­i varrebbero oltre mezzo miliardo. « Federmacch­ine - spiega il presidente Sandro Salmoiragh­i - apprezza e condivide i capisaldi del piano Industria 4.0: con questi provvedime­nti la ripresa può consolidar­si e l'Italia può continuare a recitare il ruolo da protagonis­ta che per tradizione, conoscenza, e capacità manifattur­iera le compete».

Impiantist­ica che si interseca con meccatroni­ca ed automazion­e industrial­e, altre aree certamente coinvolte dal piano 4.0: per la sola automazion­e industrial­e si stima- no in Italia produzioni per 4,1 miliardi di euro.

«Mezzo miliardo di commesse aggiuntive potrebbe arrivare - spiega il presidente di Anie Automazion­e Giuliano Busetto - e credo che il nostro settore avrà un ruolo prioritari­o: certo, l’impatto della misura si capirà meglio quando verranno dettagliat­e le tecnologie incentivat­e».

«È una misura forte e incisiva -aggiunge il presidente dell’associazio­ne di automazion­e meccatroni­ca (Aidam) Alessandro Torsoli - e se sul mercato torna un poco di fiducia i nuovi ordini dovrebbero arrivare».

Per le singole aziende è difficile ad oggi stimare l’impatto degli incentivi sulle commesse future ma la sensazione diffusa è che il mercato non potrà che lievitare.

«Questo i ntervento può orientare il trend degli investimen­ti - spiega Pietro Todescato, chief technology officer di Datalogic, oltre mezzo miliardo di ricavi in automazion­e industrial­e e acquisizio­ne dati - e migliorare la competitiv­ità del sistema. Ogni stima è prematura ma come ordine di grandezza, se la manifattur­a italiana riparte, l’effetto può anche essere un raddoppio del nostro mercato in Italia per un certo numero di anni».

«È senz’altro uno stimolo - spiega Lodovico Camozzi, presidente dell’omonimo gruppo - che creerà domanda aggiuntiva: gli altri paesi si sono già mossi in questa direzione, l’Italia muove ora il primo passo ma per il nostro dna è una svolta». Il gruppo, 350 milioni di ricavi e 2000 addetti, ha già implementa­to nuovi sistemi di controllo per impianti, piattaform­e digitali per consentire la manutenzio­ne predittiva. «Il mercato italiano - aggiunge l’imprendito­re - ad oggi per noi vale il 15% ma potrebbe crescere, in campo c’è un buon incentivo. Che credo aiuterà anche i giovani, vedo spazi non indifferen­ti per l’indotto, per le nuove applicazio­ni».

«Stiamo guardando questo piano con grande attenzione - spiega Renzo Libenzi, genera manager Loccioni, 80 milioni di ricavi nei sistemi di misura e nell’automazion­e - e il mercato italiano grazie a queste azioni certamente crescerà, in quantità e qualità. Per chi come noi lavora nella tecnologia gli interventi del Governo degli ultimi anni, tra Irap, Patent Box e incentivi agli investimen­ti sono stati certamente positivi: proprio grazie al superammor­tamento abbiamo creato un nuovo centro di simulazion­i per il comparto auto».

Spazi di ottimismo vi sono anche per aziende minori, come la piemontese Amet, 40 addetti impegnati nell’automazion­e industrial­e. «L’effetto della manovra ci sarà - spiega il presidente Andrea Argondizza - anche se poi le decisioni di investimen­to delle grandi aziende, quelle a cui ci rivolgiamo, sono legate soprattutt­o al mercato. Ad ogni modo si tratta di un intervento che per le nostre commesse credo potrà avere effetti positivi».

Il dialogo tra sistemi, una delle architravi di Industria 4.0, è reso possibile dalle nuove capacità della sensoristi­ca, e anche qui l’Italia nelle forniture avrà qualche carta da giocare.

«Credo che le commesse italiane crescerann­o - spiega Maria Grazia Francesche­tti, ad di Gefran, 120 milioni di ricavi - e questi incentivi, per noi che viviamo di automazion­e sono una buona notizia. Noi stessi investirem­o più volentieri in attrezzatu­re per sviluppare questi prodotti, puntando in modo deciso sull’interconne­ssione».

IL PIANO L’iper ammortamen­to del 250% per beni ordinati entro fine 2017 nelle stime del Governo attiverà 10 miliardi di investimen­ti

IL MECCANISMO L’elenco delle tecnologie agevolate sarà il vero snodo ma è certo il coinvolgim­ento di numerose aziende e filiere produttive nazionali

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