Oltre un terzo delle imprese torna a investire
N on vede ancora schiarite la provincia di Avellino. Il 2015, sebbene per il Mezzogiorno nel complesso sia stato l'anno della crescita del Pil di un punto percentuale, non è stato un anno di svolta per l'Irpinia. Con un andamento altalenante e diversificato, la provincia interna non riparte ma non vede peggiorare la lunga crisi.
In una Campania che ha mostrato una buona vivacità del proprio tessuto imprenditoriale, con un incremento delle imprese, nel 2015, del +1,2% rispetto al 2014, la provincia di Avellino registra una moderata flessione (-0,2%).
All'interno del settore manifatturiero complessivamente considerato alla fine del 2015 si è registrata una contrazione dell'attività produttiva, ma con importanti differenze, in primis legate alla dimensione delle unità produttive; secondo le rilevazioni di Unioncamere nelle imprese più strutturate la flessione della produzione nel quarto tri- mestre 2015 è pari al -1,2%, mentre in quelle più piccole (da 2 a 9 addetti) la dinamica si presenta più critica (-4,5%).
Tra i comparti produttivi poi, registrano maggiori perdite i settori tessile, abbigliamento, calza- turiero (produzione tendenziale quarto trimestre 2015: -6,6%), del mobilio (-4,9%). Mentre le industrie meccaniche, elettroniche e dei mezzi di trasporto addirittura vedono crescere la produzione su base annua del +1,5%.
Nonostante le buone performance di alcuni comparti anche il fatturato nel complesso subisce una contrazione nel 2015 rispetto all'anno precedente dell'1,8%, mentre cresce il volume di affari conseguito sulle piazze internazionali (+2,6%). Con risultati particolarmente interessanti per il comparto agroalimentare.
Nonostante tutto ciò, il 2015 - precisa uno studio dell'Unione industriali di Avellino - è anche l'anno in cui oltre un terzo delle imprese manifatturiere irpine (36%) ha avviato investimenti, destinando le risorse all'acquisto di impianti che sostituiscono quelli esistenti ed all'introduzione nuovi macchinari innovativi.
Ma il vento non cambia. Per il primo trimestre del 2016, gli imprenditori manifatturieri con oltre due addetti della provincia prevedono una sostanziale stabilità dei livelli produttivi, secondo le opinioni espresse da quasi una impresa su due (48%). Mentre si riscontra maggiore ottimismo nelle imprese di maggiori dimensioni.
Critico il quadro anche nel settore del commercio: l'andamento tendenziale delle vendite cala del 4,8%, trascinato in basso dagli esercizi al dettaglio (alimentari -5,3%; non alimentari -5%). Di minore entità la riduzione del volume di affari registrata da ipermercati, supermercati e grandi magazzini (-2%). Anche in questo caso però si rileva che quasi un quarto delle imprese (23%) del commercio ha investito nel 2015, favorendo l'apertura di nuove sedi o il rinnovo di quelle esistenti (47%). Mentre crescono i flussi turistici.
Le previsioni per il primo trimestre del 2016 non si rivelano in ogni caso favorevoli.
Sul fronte del lavoro, se la Campania nel 2015 ha visto crescere il numero degli occupati nell'ordine dell'1,0%, ossia superiore alla media nazionale (+0,8%), ma inferiore al profilo del Mezzogiorno (+1,6%), è anche vero che resta elevato il livello di disoccupazione presente nella regione, pari a 19,8 punti percentuali, circa 8 punti in più della media italiana. Con Avellino al 16,5%, pari a 3,2 punti percentuali in più rispetto a dieci anni fa.
ANDAMENTO DIFFERENZIATO Tra i vari settori i risultati peggiori si registrano nel tessile-abbigliamento e nelle calzature, mentre meccanica ed elettronica si difendono