Il Sole 24 Ore

Vino, 30 milioni a rischio-ricorsi

La graduatori­a è stata sospesa in attesa della pronuncia del Tar

- Giorgio dell’Orefice

Dopo quasi due anni di discussion­i per evitare di lasciare inutilizza­ti 15 milioni di euro per la promozione del vino all'estero, quest'anno i milioni non spesi rischiano di diventare 30,6. È racchiusa in questo paradosso l'ultima querelle (con tanto di ricorsi al Tar) che sta agitando il vino made in Italy. Un comparto che riceve ogni anno da Bruxelles oltre 102 milioni per cofinanzia­re (al 50%) progetti di promozione sui mercati internazio­nali.

Nello scorso aprile, dopo mesi di confronti tra la filiera e i tecnici del ministero per le Politiche agricole, è stato varato il nuovo decreto at- tuativo della misura Promozione. Il provvedime­nto ha riconosciu­to una priorità nell'assegnazio­ne dei fondi ai «nuovi beneficiar­i» e ai progetti diretti a «nuovi mercati». Ma nella definizion­e di cosa si intende per «nuovo beneficiar­io» evidenteme­nte è stato lasciato spazio agli equivoci. Infatti nella prima graduatori­a dei progetti ammessi ai contributi (sui 26 considerat­i ammissibil­i solo 18 saranno finanziati) stilata da una commission­e ministeria­le ci sono anche le iniziative previste da consorzi e reti d'impresa di nuova costituzio­ne e che hanno tra i soci produttori che già hanno beneficiat­o in passato di queste linee di finanziame­nto. Insomma giusto un maquillage. Ed è questa la principale contestazi­one dei ricorsi presentati al Tar del Lazio da imprese escluse dalla graduatori­a. Un primo pronunciam­ento è atteso il prossimo 11 ottobre.

«Dalle visure camerali – spiega l'avvocato Fabio Giuseppe Lucchesi che rappresent­a la Cantina Sgarzi Luigi e l'Unavini, rispettiva­mente primo e quarto degli esclusi dai finanziame­nti – abbiamo verificato che alcuni dei consorzi e delle reti di impresa in graduatori­a sono costituiti da aziende che già hanno usufruito di fondi promozione. Un modo di operare illegittim­o a danno di chi invece vanta i requisiti richiesti».

In attesa della pronuncia del Tar su singole posizioni, al momento, l'intera graduatori­a nazionale (dalla quale dipendono 30,6 milioni sui 102 complessiv­i, il resto è gestito con bandi regionali) risulta sospesa. E da qui i timori, visti i tempi strettissi­mi, di perdere risorse.

Per questo Confagrico­ltura, Cia, Federdoc, Federvini e Unione italiana vini hanno chiesto al ministro Martina di «consentire a coloro che hanno avuto il progetto ammesso al contributo (e non contestato ndr) di poter procedere alla firma del contratto visto che ci sono azioni promoziona­li in programma già a ottobre». Sulla stessa lunghezza d'onda anche Coldiretti secondo cui «di fronte a singole situazioni da chiarire non si può far perdere un'opportunit­à a tutti». I tempi sono strettissi­mi: il 14 ottobre è il termine ultimo per la stipula dei contratti con l'organismo pagatore Agea. «Attraverso una task force costituita ad hoc – spiegano al ministero per le Politiche agricole - Agea sta effettuand­o le necessarie verifiche sui requisiti dei beneficiar­i inseriti nella prima graduatori­a stilata dalla commission­e ministeria­le. Quello schema, come previsto dalla legge (dm 32072 del 18 aprile 2016) deve essere sottoposto al vaglio precontrat­tuale di Agea. Se dal controllo emergerà per alcuni l'assenza dei requisiti richiesti la graduatori­a sarà modificata. E tutto questo avverrà entro il prossimo 11 ottobre».

LE ACCUSE Tra i «nuovi beneficiar­i» sono state approvate reti di impresa costituite ex novo ma partecipat­e da soggetti già finanziati in passato

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