Bpm blinda il welfare e concorda 585 uscite in vista della fusione
Con i due accordi sottoscritti da Bpm e i sindacati, banca e lavoratori si avviano in un clima positivo alla fusione col Banco Popolare, soggetta all’approvazione dell’assemblea del 15 ottobre. «L’importante traguardo raggiunto con le organizzazioni sindacali ci permette di garantire a favore dei dipendenti alcuni aspetti che sono tipici della cultura e della tradizione di Bpm supportando la crescita del gruppo bancario che nascerà e garantendo al tempo stesso equilibrio e sostenibilità», commenta Salvatore Poloni, chief organizational & human resources officer di Banca Popolare di Milano.
Nel dettaglio il primo accordo consente di mantenere l’architettura del welfare aziendale per tutto ciò che attiene la cassa assistenza, il fondo di previdenza aziendale, i buoni pasto e la mensa, l’asilo nido e le attività ricreative. Con la fusione e la trasformazione della banca da popolare in spa, decadrà lo statuto Bpm e quindi anche l’articolo 60 che prevedeva la distribuzione ai dipendenti del 5% dell’utile lordo. A compensazione, le parti hanno concordato un incremento su base annuale del fondo di previdenza integrativo su cui sarà versato, in media, un importo di mille euro. L’80% della quota sarà uguale per tutti, mentre un 20% cambierà in base all’anzianità.
Secondo il piano industriale la fusione comporterà 1.800 uscite, sommando quelle di Bpm e di Banco e alla luce di questo il secondo accordo stabilisce l’apertura del Fondo esuberi per 585 lavoratori entro il 2022. Gli esodi saranno volontari e incentivati con un assegno di sostegno al reddito pari all’85% della retribuzione netta dell’ultimo mese di servizio, con possibilità di richiedere il riscatto immediato dei versamenti contributivi sul fondo di previdenza complementare e con il mantenimento delle agevolazioni sui finanziamenti Bpm. C’è infine un verbale di riunione che prevederebbe tutele per i bancari che potrebbero confluire in Sgs, la società consortile del Banco Popolare di back office, operations e It.
Per Mauro Scarin, segretario nazionale della Fabi l’accordo «preserva gli elementi chiave della contrattazione cooperativa a vantaggio di tutti i lavoratori sia in servizio sia pensionati, salvaguardando i principi di mutualità» e blinda «l’architettura del welfare aziendale per tutelare al meglio i dipendenti Bpm, in vista delle trasformazioni societarie». Gabriele Poeta, segretario generale Fisac Cgil di Milano esprime «estrema soddisfazione per l’accordo sul fondo esuberi» e sottolinea che «gli accordi andranno successivamente completati quando inizieranno le trattative insieme al Banco Popolare, soprattutto per l’aspetto occupazionale e per il piano giovani». Massimo Masi, segretario generale della Uilca aggiunge che «sono ottimi accordi per le condizioni economiche garantite a chi uscirà e per il mantenimento del welfare. Si va verso la fusione con maggiore tranquillità per i dipendenti perché gli aspetti sospesi sono stati risolti».