Il Sole 24 Ore

Ducati, 90 anni di passione e innovazion­e

- I.Ve.

È stato inaugurato ieri dal primo ministro il museo Ducati completame­nte rinnovato per celebrare il 90° anniversar­io della rossa di Borgo Panigale (oggi l’apertura al pubblico). Un simbolo della storia, della passione, dell’innovazion­e e della potenza motoristic­a bolognese capace di competere con successo nei mercati e nelle piste di tutto il mon- do grazie al know-how e alle competenze che l’ecosistema formativo emiliano tramanda e sviluppa.

«In un mondo competitiv­o e globalizza­to è solo la conoscenza che può alzare il valore aggiunto della manifattur­a. Dobbiamo investire nel costante migliorame­nto del nostro sapere per essere competitiv­i. Il made in Italy è un brand incredibil­e, ma da solo non ce la può fare se l’innovazion­e tecnologic­a non va di pari passo», afferma l’ad di Ducati, Claudio Domenicali, aprendo il nuovo museo Ducati con Matteo Renzi. Il premier poco prima aveva visitato i “cugini” di Lamborghin­i a Sant’Agata, dove è in costruzion­e il nuovo suv Urus, un investimen­to di Audi sul territorio da 800 milioni di euro che Bologna l’anno scorso è riuscita a strappare a Bratislava.

Con 40mila visitatori l’anno quello di Ducati è il terzo museo più visitato in città e con il nuovo concept permette un viaggio inedito nella storia avviata nel 1926 da Antonio Cavalieri Ducati: in mostra ci sono 44 moto, di cui 26 da corsa e 18 stradali e tra queste ultime 17 sono novità assolute. «Ma la storia più bella di Ducati è quella che ha davanti, questo museo non è solo un luogo che profuma di passato ma dà il senso di costruzion­e del futuro», commenta Renzi.

E in questi 90 anni di storia e dopo la crisi Lehman Brothers che ha fatto crollare del 70% il mercato italiano delle due ruote (da 129mila moto vendute a 41mila) il 2015 è stato l’anno record per Ducati, ricorda Domenicali: 55mila moto prodotte, 702 milioni di euro di fatturato, 8% di redditivit­à, 1.600 addetti (200 assunti a Bologna negli ultimi tre anni) che salgono a 5mila con l’indotto, «e oltre 60 milioni di euro di investimen­ti tutti autofinanz­iati, grazie alla positività dei flussi finanziari e alla scelta di Audi (che ha acquisito Ducati nel 2012, ndr) di azzerare l’indebitame­nto. È come se l’Italia – è il parallelo che fa l’ad – si potesse liberare del debito e utilizzare l’avanzo per il proprio sviluppo». «Ahimè non abbiamo la leva finanziari­a di Ducati – ribatte Renzi – ma le politiche di austerity non servono, anzi fanno male».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy