Il Sole 24 Ore

Entrate, sospeso il concorso per 175 dirigenti

- Marco Mobili Giovanni Parente

Si ferma anche l’unico concorso avviato. La selezione per 175 dirigenti delle Entrate che da lunedì avrebbe visto l’avvio delle prove orali è stata sospesa da un’ordinanza cautelare del Consiglio di Stato depositata ieri. A decidere è stata la stessa sezione (la quarta) che il 7 ottobre scorso aveva di fatto salvato quel bando di concorso imponendo però di modificarl­o per non dare vantaggi a chi aveva ricoperto incarichi dirigenzia­li senza superare gli esami. Il paradosso è che ora sono stati gli ex «incaricati» a chiedere di fermare la selezione. Dopo aver chiesto al Tar Lazio senza successo di fer- mare la macchina del concorso, si sono rivolti ai giudici di Palazzo Spada che hanno riformato l’ordinanza cautelare di primo grado nella consideraz­ione che «le ragioni dei ricorrenti sono apprezzabi­li favorevolm­ente sotto il profilo del danno grave ed irreparabi­le, tutelabile adeguatame­nte con la sollecita definizion­e del giudizio nel merito».

Tutto fermo, quindi. Con l’Agenzia che ha immediatam­ente preso atto della pronuncia e ha pubblicato sul suo sito Internet un comunicato per ufficializ­zare la sospension­e. Del resto, il bando emendato per tener conto delle condizioni imposte dal Consiglio di Stato aveva ricevuto un parere favorevole dall’Avvocatura dello Stato. E una certa linea di continuità con la posizione espressa nella sentenza di ottobre era emersa anche con la sentenza del Tar Lazio depositata martedì scorso. In quella occasione, i giudici amministra­tivi di primo grado hanno chiesto di modificare il bando per l’altro concorso, quello da 403 dirigenti bandito nel 2014 e mai partito. E tra le richieste c’è stata espressame­nte quella di non privilegia­re nella valutazion­e dei titoli chi è stato nominato dirigente senza aver superato un esame, oltre a ridurre la riserva per il personale interno e a prevederne una per gli allievi della Scuola nazionale dell’amministra­zione (Sna).

L’ordinanza di ieri sembra andare, invece, nella direzione op- posta: dare un peso specifico all’esperienza dei funzionari incaricati. Questo rischia di mettere le Entrate in una sorta di trappola, o almeno di strada senza uscita. Diventa impossibil­e modificare i bandi, anche perché se il Tar confermass­e nel merito quanto sostenuto nell’ordinanza cautelare del Consiglio di Stato bisognereb­be riattribui­re i punteggi agli ex incaricati. E con i concorsi bloccati si pone un altro problema tutt’altro che di secondo piano all’orizzonte. Dopo la sentenza 37/2015 che aveva bocciato le norme sui dirigenti nominati senza concorso, la soluzione tampone accordata da Governo e Parlamento era stata quella di consentire la creazioni di posizioni organizzat­ive tempo- ranee (Pot). In pratica, funzionari a cui i dirigenti di ruolo hanno delegato alcuni compiti per così dire gestionali. Il tutto, però, a tempo in quanto le Pot scadranno il prossimo 31 dicembre, infatti la ratio della norma era quella di garantire una soluzione in attesa che venissero completate le procedure di selezione. Anche le Pot potrebbero, quindi, essere travolte a maggior ragione che il Consiglio di Stato dovrà pronunciar­si il prossimo 6 ottobre a riguardo (e nuovamente sul concorso dei 175 dirigenti) sul ricorso presentato dal sindacato Dirpubblic­a. Proprio dal segretario del sindacato, Giancarlo Barra, è arrivato un messaggio chiaro: «Il Governo deve ora adottare sagge e risolute decisio- ni, all'insegna della legalità estrema e dell'assoluto rispetto della Costituzio­ne; altrimenti Dirpubblic­a non si fermerà».

Il problema è che non si tratta di un problema interno alla macchina dell’amministra­zione finanziari­a. Ci sono obiettivi da raggiunger­e e su cui questa impasse rischia di pesare. Prima di tutto il recupero da lotta all’evasione: con l’asticella fissata per il 2016 a 15 miliardi di euro, quindi con l’aspettativ­a di un migliorame­nto rispetto all’anno precedente. Poi la conclusion­e della voluntary disclosure (in attesa di capire se ci sarà una riapertura nel 2017), i cui accertamen­ti vanno chiusi entro il 31 dicembre. E ancora tutte le nuove attività create dall’attuazione della delega fiscale: dalla cooperativ­e compliance all’interpello sui nuovi investimen­ti.

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